Impossibile per chi entrava nella collegiata dei Santi Gervasio e Protasio e Sondrio negli ultimi tre mesi non notare quello spazio vuoto che si era creato nel basamento dell’altare. Lì dove, dopo il rito di beatificazione celebrato nell’aprile 2013, avevano trovato collocazione le spoglie mortali del Beato Nicolò Rusca. Fino al 20 maggio scorso, quando un vandalo era entrato nella chiesa e, dopo aver divelto due angeli cerofori in legno dal vecchio altare maggiore, aveva tentato di sfondare il vetro che proteggeva le reliquie. Un’impresa fallita, non senza però aver arrecato seri danni anche al crocifisso sovrastante, nelle cui braccia si trovano frammenti ossei di diversi santi della Chiesa comense. L’atto era stato compiuto senza una precisa volontà: una volta fermato dalla polizia, dopo poche ore, l’autore dell’insano gesto era infatti apparso affetto da seri problemi di natura psichica.
Questa sera, dopo che nelle scorse settimane il vetro protettivo è stato rifetto, la croce riparata e nella nicchia è stata installata una nuova illuminazione a led, le reliquie sono tornate ad essere collocate sotto l’altare. Pochi volontari in chiesa, assieme all’arciprete, don Christian Bricola, e agli altri sacerdoti della Comunità pastorale, hanno posizionato le ossa. Alla particolare occasione, conclusasi con un breve momento di preghiera, non ha voluto mancare don Francesco Orsi, sacerdote nativo di Sondrio e particolarmente devoto al Beato. La cui figura, secondo don Francesco, è di estrema attualità anche come modello per i sacerdoti. «Perché – spiega – Nicolò Rusca era amato dalla sua gente, tanto da essere definito “buon pastore”, era attento ai poveri e ai bisognosi, curava la liturgia ed era dedito allo studio. Inoltre, era aperto al confronto con chi non la pensava come lui. Insomma, un esempio da imitare».
Venerdì, nella memoria liturgia del Beato Nicolò Rusca – che a Sondrio ha il carattere di solennità -, in collegiata saranno celebrate tre Messe: alle 7.15, alle 9 e alle 18.