È dal 1945 che a Como si rinnova un momento di preghiera dal profondo valore religioso e civile: il rito della Riconoscenza. Un ringraziamento rivolto al Crocifisso miracoloso (venerato in città fin dal XV secolo, fonte di decine di miracoli e conservato nell’omonima basilica di viale Varese), che si ripete da 78 anni, per aver protetto la città dai bombardamenti e dalle devastazioni della Seconda guerra mondiale. Domenica 26 novembre, alle ore 17.00, il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, presiederà la Santa Messa nella basilica del SS. Crocifisso di Como, in viale Varese (N.B. – è sospesa la Messa delle ore 18.00). Nel corso della celebrazione, il sindaco, a nome della cittadinanza, offrirà il cero votivo che, in segno di riconoscenza, arde tutto l’anno sull’altare maggiore del santuario. Sul candelabro del cero si legge: Nella guerra 1940-45 Como salvata dal suo Crocifisso dai bombardamenti. A perpetua riconoscenza questo cero arderà sempre.

LA STORIA

Nel 1942, nel pieno della Seconda guerra mondiale, fonti ben informate davano per certa la notizia di un imponente bombardamento su Como e la convalle. Il 3 gennaio 1943, sotto la minaccia di un’incursione aerea, più di 20.000 fedeli accompagnarono il santissimo Crocifisso in processione straordinaria per le vie della città. A guidare i comaschi, dal Santuario alla Cattedrale per poi rientrare in Santuario passando per il lago e il cuore del centro storico, fu il vescovo monsignor Alessandro Macchi. Le cronache dell’epoca descrivono un Vescovo Macchi commosso di fronte a una folla mai vista prime per le strade di Como, nemmeno in occasione della processione del Venerdì Santo: fedeli che avevano sfidato il freddo e il rischio delle bombe. «Ecco la mia Como intorno al suo Crocifisso miracoloso – fu l’incipit del Macchi nell’omelia pronunciata in Cattedrale –, vero dono di Cielo… uno spettacolo commovente di fede, di speranza, di amore. Il popolo comense è sempre il popolo del Crocifisso». Nelle settimane precedenti la processione, oltre 35mila comaschi sottoscrissero una supplica indirizzata al taumaturgico Crocifisso. Firme raccolte in decine di libri che passarono di parrocchia in parrocchia. Nel frontespizio della supplica si legge: Unica Speranza tra gli orrori dell’immane conflitto imperversante nel mondo, Solo Presidio Infallibile tra micidiali pericoli incombenti, Tu solo arridi, o Divin Crocifisso, indefettibile Palladio di nuovi miracoli. Supplici preghiere e devozioni fidenti a Te s’innalzano onde la Tua virtù onnipotente protegga la città, difenda l’Italia, rappacifichi il mondo. Già dal dicembre 1942, e fino alla cessazione delle ostilità, durante il giorno, sull’altare maggiore della Basilica del Crocifisso, ardeva un cero, simbolo della preghiera per la pace: ne furono consumati 33, ciascuno del peso di 7 chilogrammi.

È un dato storico che la città venne risparmiata dalle devastazioni della guerra. E così, nel maggio 1945, il Vescovo Macchi radunò di nuovo i comaschi per una processione che esprimesse la gratitudine di tutti. «Como – scriveva il presule nel maggio di quell’anno – ha un dovere speciale di ringraziamento, perché forse fu l’unica città che non subì i disastri della guerra, rimanendo immune dalle funeste devastazioni. Al Divin Crocifisso, dunque, la nostra riconoscenza». Il 10 giugno 1945 (anniversario della dichiarazione di guerra) il santissimo Crocifisso venne portato processionalmente in Cattedrale e qui fu esposto per una settimana all’adorazione dei fedeli, che ebbero anche la possibilità di partecipare alle “Missioni”, ovvero momenti di ascolto e riflessione sulla Parola di Dio. «Fummo in pericolo – disse il Vescovo nell’omelia della celebrazione che aprì quei giorni intensi di preghiera –, passammo ore d’angosciosa attesa, ma il Crocifisso pose i suoi miracoli sulla nostra terra togliendo la guerra. Miei figli, non basta essere salvi dagli orrori della guerra, noi abbisogniamo di pace». In riconoscenza per la grazia ricevuta, i cittadini di Como, oltre al cero che arde perennemente sull’altare maggiore del Santuario di viale Varese, offrirono anche una corona d’oro, impreziosita da gemme, che reca incisa sulla base: Scampati dall’immane conflitto, i cittadini di Como ringraziano Te che li hai protetti – A.D. 1940-1945.

Il cardinale Schuster incorona il Crocifisso

Il 17 giugno 1945, a conclusione della settimana di esposizione in Cattedrale, il Crocifisso miracoloso venne solennemente incoronato per mano del Beato cardinal Ildefonso Schuster, allora arcivescovo di Milano. Il Vescovo Macchi dispose che, dalle 15.30 alle 16.00 del 17 giugno, le campane suonassero a distesa, per mezz’ora, nelle chiese di tutta la diocesi. Al termine del rito, il Crocifisso rientrò in processione nella “sua” basilica, accompagnato, ancora una volta da migliaia di fedeli. Il Vescovo Macchi, nel saluto di chiusura osservò: «le braccia distese del Crocifisso, in questi giorni, sembravano tese in un ardentissimo desiderio di stringerci tutti… Figli, io vi vedo in questo momento non divisi, ma uniti, ridivenuti fratelli, tutti protesi in un’ansia di redimere l’oggi per avere un domani più tranquillo». Dal 1953 è l’amministrazione comunale a farsi carico dell’onere relativo all’offerta del cero che, ogni anno la cittadinanza di Como, per mano del Sindaco, offre al suo Crocifisso.