Febbraio 2024. Questa la data annunciata dall’assessore regionale a Montagna, piccoli comuni ed enti locali, Massimo Sertori, per quanto riguarda la chiusura del secondo lotto del cantiere per la realizzazione delle paratie antiesondazione e il relativo lungolago a Como. Un ritardo di una quarantina di giorni rispetto al cronoprogramma illustrato lo scorso mese di giugno. A rallentare i lavori proprio la fuoriuscita del Lario a inizio novembre, una situazione che ha fermato gli operai e ha danneggiato alcuni manufatti, tanto che è stato necessario demolirli e ricostruirli.

«Quanto accaduto recentemente – ha spiegato lo stesso Sertori al termine di un sopralluogo in cantiere – ci conferma la bontà e la necessità delle paratie. Soprattutto questa parte centrale – ha aggiunto –, in seguito a fenomeni di subsidenza, si trova al di sotto delle quote stabilite per l’altezza del lago». L’intervento in corso «permetterà di riequilibrare la situazione». I comaschi, dunque, dovranno attendere ancora qualche settimana per vedere completato il cantiere che, a gennaio, compirà 16 anni. Per quanto riguarda il terzo lotto, quello a ridosso dei giardini, Sertori ha confermato la consegna dei lavori per l’estate 2024. Ascoltiamo l’assessore Massimo Sertori.

Di competenza comunale, invece, l’aspetto urbanistico, con i decori e gli arredi. Nelle prossime settimane arriveranno le sedute: panchine di design realizzate dall’azienda di fiducia dell’architetto razionalista Ico Parisi. Ancora da sciogliere il nodo dei parapetti: Comune, Regione e Sovrintendenza sono al lavoro per individuare manufatti sicuri e in armonia con gli altri laghi lombardi. Ascoltiamo il sindaco di Como Alessandro Rapinese.

«La parte su cui stiamo intervenendo ora – ci ha spiegato il direttore dei lavori, l’ingegnere Alessandro Caloisi, di ARIA Lombardia (Agenzia Regionale Innovazione e Acquisti) – è senza dubbio la più delicata e complessa. Qui ci sono le vasche di contenimento, il collegamento con la rete idrica e fognaria, l’impiantistica generale. È un aspetto fondamentale sebbene non visibile, perché sotterraneo». A fine lavori, per la costruzione di quello che è stato da più parti ribattezzato il “mini-MOSE” di Como si avvicineranno ai 18 milioni di euro. Ascoltiamo Alessandro Caloisi.