Lo scorso mese di giugno abbiamo aperto a Prata Camportaccio (So), nella ex casa parrocchiale, una struttura legata alla Comunità di don Oreste Benzi, la Papa Giovanni XXiii.

Dopo il tempo della mia malattia, risoltasi in modo positivo (grazie a Dio e ai medici), il Vescovo Oscar mi ha chiesto di rientrare in diocesi (ero stato fidei donum per la Papa Giovanni 3 anni a Crema e 5 in Romania, a Bucarest).

Non essendo presente in diocesi il carisma della Comunità Papa Giovanni, il Vescovo, mi ha chiesto di aprire una struttura per portare anche questo “volto di Chiesa” nel nostro territorio.

La casa si chiama “Capanna di Betlemme” ed è una struttura che accoglie uomini, maggiorenni e che arrivano dal mondo della strada. Vuol essere un luogo di passaggio, per persone che si possono riprendere e ripartire, ma anche un luogo di stabilità per chi difficilmente potrà riprendere la propria autonomia.

In questo momento siamo in sette persone: io (don Federico Pedrana – ndr), Raffaella (una volontaria di Lecco che sta con noi quattro giorni alla settimana), cinque ospiti accolti e un giovane, Ludovico, di 21 anni che ci da una mano. Si vive tutti insieme sotto lo stesso tetto condividendo la normale vita di famiglia. A breve inizieremo qualche piccolo lavoro: la sistemazione di alcune stanze e la costruzione di tre bagni con docce per le persone ospitate. Ad oggi gli accolti dormono al secondo piano della casa, quello che ai tempi era adibito ad aule di catechismo, con un solo servizio e senza nessuna doccia. Viviamo di tanti aiuti e di tanta provvidenza che il buon Dio non ci fa mai mancare.

Il mio ruolo, oltre che quello di essere referente per questa casa, è quello di collaboratore delle parrocchie di Chiavenna e Prata Camportaccio, in comunione con don Andrea, don Mauro e don Aldo. In particolare mi sto affiancando alla Caritas della Valchiavenna cercando di leggere, con chi ne fa parte, quelle che sono le nuove povertà che la nostra società ha prodotto.

Il sabato notte, spesso, si esce ad incontrare i giovani fuori dai pub e dai vari locali notturni della zona. Tutti i mercoledì sera siamo a Milano per incontrare i senza fissa dimora. La casa offre anche la possibilità a piccoli gruppi di giovani e/o adolescenti, di venire qui a condividere la nostra vita quotidiana o a singoli che magari, si vogliono spendere per dei tempi di volontariato.

Alcuni oratori della nostra diocesi sono già passati: Tavernola e Gaggino Faloppio. Ha trascorso qui qualche giorno di servizio anche un gruppo scout di San Marino e alcune case del riminese legate alla “Papa Giovanni”.

Potrebbe essere interessante anche potersi appoggiare qui per conoscere meglio la figura della beata Suor Maria Laura Mainetti. Continueremo a vivere “campi missionari”, in terre povere dell’Italia e dell’estero cercando di coinvolgere i giovani della diocesi che desiderino vivere questa esperienze.  Abbiamo fatto alcune testimonianze e sono stati allestiti banchi vendita nelle nostre parrocchie: in queste occasioni gli ospiti della casa sono stati protagonisti raccontando le loro vite.

Queste mie righe non hanno nessuna presunzione, se non quella di dire che questa casa c’è e, con tutti i limiti dell’essere umano, può sempre più diventare un dono per la nostra diocesi.

Don Oreste Benzi pochi giorni prima che lasciasse la nostra terra per tornare al Padre aveva pronunciato queste parole che le sento quanto mai attuali:

Questo è il momento favorevole! Diceva Seneca: “Poco giova il vento favorevole se il marinaio non sa dove andare”. Noi invece sappiano dove andare. Abbiamo gli strumenti, la comunità, i fratelli, gli ultimi con cui condividiamo e abbiamo la mèta chiara: Gesù! Scegliamo una Vita da infiltrati, per andare là dove c’è la sofferenza e la fatica. Prima di tutto cerchiamo di cambiare noi stessi, poi per trapianto vitale cambiamo chi incontriamo e l’ambiente dove siamo. Non abbiate paura di andare ovunque nelle discoteche, sul muretto, nei bar… senza pretese, solo con la scelta di voler essere me stesso, suo servo, marinaio che sa dove andare. Portate la gioia che crea festa. Vivete un anno nella giovinezza, nella gioia! Siate Giovani giovani, cioè giovani davvero, giovani per età e per lo spirito! Partite dalla conversione interiore perché l’incontro con Cristo ci cambia, cambia tutto, sparisce la lamentela, la mormorazione il male. Se si è giovani dentro tutto questo lascia posto alla gioia, al sorriso. Ecco il canto nuovo dei Redenti! Cristo è vita ed è risorto. Se è vita, io voglio gustarlo. Se è vita, allora è simpatico e voglio viverlo. E vivendolo, vivo il mio bisogno profondo. Siate rivoluzionari nell’amore, scoppiate di gioia! (Don Oreste Benzi – 28 ottobre 2007).

don Federico Pedrana