Giovedì 19 settembre il santuario regionale della Madonne del Fonte di Caravaggio (BG) ha ospitato il decimo incontro lombardo dei sacerdoti e diaconi permanenti anziani e malati. A promuovere l’iniziativa, l’Unitalsi Lombardia e l’Opera Aiuto Fraterno. Erano presenti tutti i vescovi lombardi, fra loro il nostro Vescovo, cardinale Oscar Cantoni, e 130 fra sacerdoti anziani e malati. Nutrita la delegazione di Como, con sacerdoti dal comasco e dal sondriese, guidati dall’assistente dell’Unitalsi Como don Giovanni Corradini.Non pochi, accanto ai segni dell’età, portano anche quelli della malattia. Non pochi sono costretti in carrozzina. «Ma non è un raduno di reduci, questo. E sono le parole luminose di Maria, che l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, rilancia e condivide, ad aprire alla speranza… Come guardare alla propria storia di preti ormai anziani, dalla salute fragile o compromessa? Non descriviamola come un inevitabile declino ma come un riproporsi dell’occasione. C’è una gioia, c’è un compimento del desiderio di essere felici – afferma l’Arcivescovo – che si realizza nella fede, nel credere, oggi, nell’adempimento della Parola del Signore. Come hanno creduto i suoi discepoli. Ecco, se uno dovesse dire ‘come sono cambiato in questi anni di ministero’, io credo sarebbe bello che ciascuno di noi potesse dire: ‘sono felice perché ho creduto’».
Sono state davvero la gioia e la gratitudine ad accendere l’incontro, celebrato per la decima volta, in concomitanza con la riunione della Conferenza episcopale lombarda a Caravaggio. A metà mattina l’accoglienza dei partecipanti e la preparazione alla liturgia, al Centro di spiritualità. Poi la processione fino al Santuario, sotto il sole di settembre, recitando il rosario. Quindi la Santa Messa. Infine il pranzo, quindi a completare la festa, anche un po’ di tempo per la convivialità, e un altro po’ per un “supplemento” di preghiera, personale o con i confratelli, gli amici, gli accompagnatori. E prima di ripartire verso casa, uscendo dal Santuario, il tempo di una visita orante al luogo dell’apparizione, con il fonte, nel corridoio sotterraneo rivestito di mosaici che corre sotto la basilica al termine del quale si può attingere l’acqua che sgorga incessantemente dal 26 maggio 1432. “È la terza volta che partecipo a questo incontro. Una bella giornata: è davvero bello e consolante rivedere i sacerdoti della propria diocesi e conoscere quelli di altre diocesi, e scoprire come siamo tutti sulla stessa barca”: sorride lieve il sacerdote don Ivo Compagnoni che ci offre la sua testimonianza, dopo la visita al luogo dell’apparizione e prima di riprendere la via di casa. “In carrozzina? Ci sto da cinque anni, ormai. Prima ero autonomo, avevo una vita piena, attiva, a volte addirittura senza tempo per pensare. Così è stato per tanti anni. Ora, invece, ho tempo per pensare a tante cose. Ho 80 anni, sono sacerdote da 53 anni e per cinquant’ anni sono stato parroco a San Giorgio di Mantova: in quegli anni sono anche stato assistente diocesano dell’Unitalsi” racconta. “Ora Dedico il tempo alla lettura, alle terapie”. E qui, lo sguardo si vela di un’ombra malinconica, temporanea, prima di tornare ad illuminarsi, quando aggiunge: “Prima avevo una vita pienissima, ora ho più tempo per la vita spirituale. Sulla carrozzina, senza autonomia, non è sempre facile. Ma un po’ di sacrificio ci vuole – torna a sorridere – e se il Padre Eterno ha voluto così, mi darà anche la forza di affrontare questa situazione”. Il bagliore dei suoi occhi, dice che la passione per il sacerdozio non si è spenta, solo le forze si sono modificate. Non c’è bisogno che lo sottolinei, sono i suoi occhi ad indicare che la passione è identica a quella provata nel giorno della sua prima Messa, solo la forza fisica ha assecondato il trascorrere del tempo.
Ad aprire la Messa, il saluto del Vescovo di Cremona (nella cui diocesi ha sede il santuario), monsignor Antonio Napolioni, il quale, dopo aver ricordato l’importanza dell’incontro, reso possibile dall’impegno degli organizzatori e di chi cura il santuario regionale di Caravaggio, ha sottolineato che «Nell’anno della preghiera, tutto ciò risalta come indispensabile preparazione ad un Giubileo che davvero converta i cuori e orienti il cammino umano verso la riconciliazione e la pace. Grazie, perché ci aiutate tanto a non perdere di vista l’essenziale, che Maria ci addita ogni giorno: “Fate quello che Gesù vi dirà”». Nell’omelia, l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha tratteggiato sul filo dell’ironia alcune immagini di prete (CLICCA QUI PER L’OMELIA COMPLETA). Qui di seguito potete ascoltare l’omelia del metropolita lombardo, dal canale YouTube della Chiesa di Milano.
Luciano Pivetti, presidente dell’Unitalsi Lombarda, ha portato il saluto dell’associazione: «Un anno fa il santuario di Santa Maria del Fonte è stato riconosciuto come “Santuario regionale della Lombardia”: qui siamo a casa. Per questo ci sentiamo ancora più in comunione, provenienti dalle varie diocesi lombarde, insieme ai nostri vescovi, per vivere questa opportunità di ringraziamento ai sacerdoti presenti, sempre capaci di operare al servizio della Chiesa anche in condizione di anzianità o di disabilità. Siamo in cammino con tutta la Chiesa verso il Giubileo del 2025 e ci prepariamo quest’anno attraverso “l’anno della Preghiera”. Oggi quindi risuona ancora più forte in noi la bellissima richiesta degli Apostoli: “Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11,1)».