La chiesa di San Matteo nella missione diocesana di Mirrote è distrutta. Ma la fede della gente non si è spenta insieme alle fiamme che, nella notte del 30 maggio scorso, hanno bruciato per ore divorando la chiesa.
Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato dei danni provocati dall’incendio alla chiesa [Leggi qui].
Oggi vogliamo raccontarvi di come i fedeli di Mirrote, insieme ai nostri missionari fidei donum, si siano rimboccati le maniche per mettere in salvo quanti più oggetti possibili: «la gente a rischio della propria vita – raccontano – è riuscita a salvare gran parte degli arredi sacri, l’archivio parrocchiale e gli oggetti che erano all’interno della chiesa. Il tabernacolo si è salvato. Nessuno si è fatto male. È stato un incidente – ribadiscono i sacerdoti – che sottolineano come non si sia trattato né di terrorismo, né vandalismo».
L’IMPEGNO DELLA GENTE
Il primo dei nostri missionari a rientrare a Mirrote, nella giornata di sabato, è stato don Angelo Innocenti. «Appena arrivato – racconta il sacerdote – ho cercato di consolare il nostro catechiesta Cipriano e i nostri fedeli ancora provati da quanto accaduto. Non nascondo che faceva un certo effetto vedere la chiesa completamente coperchiata e le lamiere del tetto crollate all’interno. La gente non si è però persa d’animo e, dopo aver celebrato la messa domenicale sotto le piante proprio di fronte alla chiesa, sono ripresi i lavori: grazie al contributo di molti siamo riusciti a rimuovere tutte le lamiere dividendole per dimensione e portandole nel cortile della casa parrocchiale».
Ai nostri missionari è arriva la pronta vicinanza del vescovo mons. Alberto Vera Arejula che ha incontrato nella giornata di martedì don Filippo e don Angelo programmando una visita alla comunità per il prossimo 12 giugno. «Verrà a consolare la nostra gente e a sincerarsi dei danni provocati dalla fiamme», sottolineano i nostri fidei donum.
LA RICOSTRUZIONE
E’ ancora presto per capire quali saranno gli interventi necessari per la ricostruzione della chiesa. Molto dipenderà dai sopralluoghi dei tecnici che avverranno nei prossimi giorni. Monsignor Alberto Pini, direttore del Centro missionario sta monitorando la situazione in costante contatto con i fidei donum: «Da parte di tante persone della nostra diocesi ho sentito, in queste ore, vicinanza e partecipazione al dolore dei nostri fidei donum e della loro comunità e disponibilità a fare la propria parte per dare una mano nella ricostruzione della chiesa. Credo sia un segno molto bello di una vicinanza, che mostra un legame sempre più forte con la missione in Mozambico».
«Al momento – conclude don Alberto – non possiamo ancora fornire indicazioni precise sulle modalità di sostegno, perché attendiamo le valutazioni dei prossimi giorni, ma invitiamo tutte le persone interessante a tenere monitorati i canali di comunicazione del Centro missionario e della Diocesi dove appena possibile verranno pubblicate informazioni in merito».