Una premessa è d’obbligo: la cronaca recente ci ha insegnato come le presenze dei migranti in transito nella città di Como siano in costante e rapida evoluzione tanto da poter cambiare radicalmente nel giro di pochi giorni. Detto questo, però, non possiamo che definire paradossale la situazione che si è venuta a creare in città nel periodo natalizio.

Perché se da un lato continua ad essere alto il numero dei migranti che vengono soccorsi dai volontari durante la notte e portati alla parrocchia di Rebbio per non dover dormire all’addiaccio, dall’altro i numeri delle presenze all’interno del campo gestito dalla Croce Rossa in vita Regina Teodolinda hanno registrato un progressivo e costante calo.

A fronte di una capienza di trecento posti, con la possibilità di arrivare a quasi quattrocento, le presenze registrate tra Natale e i primi giorni dell’anno sono state ben al di sotto dei duecento e continuano a diminuire: il 25 dicembre i migranti registrati erano 233 (compresi 166 minori stranieri non accompagnati). Solo una settimana dopo, la mattina del 2 gennaio, i numeri complessivi erano scesi a 117 di cui 32 minori.

Nello stesso periodo i dati pubblicati da Como senza frontiere e relativi alle cosiddette “Ronde Solidali” parlano di una media di cinquanta migranti soccorsi ogni sera.

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“Negli ultimi giorni – spiega Roberto Ciriminna della cooperativa sociale Symploké, referente dello sportello legale gestito dalla Caritas all’interno del campo – abbiamo registrato un progressivo calo degli arrivi. Da una media di quindici venti nuovi ingressi al giorno siamo passati a sette-otto”.

Drastico anche il calo nelle presenze dei minori non accompagnati passati da quasi duecento a poche decine nel giro di alcune settimane.

“Di fronte a questa situazione – spiega il direttore della Caritas, Roberto Bernasconi – sarà importate capire, dialogando con la Prefettura, se c’è la possibilità di far confluire al campo quei migranti che vengono attualmente ospitati a Rebbio e in parte (una decina) al dormitorio invernale di via Sirtori”.

Per far questo sarà però necessario rivedere le regole di ingresso al centro di via Regina Teodolinda: ad oggi l’accesso è consentito a minori, donne e bambini che si presentano spontaneamente al campo, mentre per gli adulti maschi è necessario un passaggio preventivo alla questura che, fin da poche settimane dopo l’apertura, aveva stretto le maglie per salvaguardare posti letto per eventuali nuovi arrivi di minori rendendo, di fatto, molto difficile l’accesso agli adulti.

Intanto sul fronte dell’accoglienza continua il lavoro portato avanti da alcune settimane dalla segreteria costituita da tre uffici della pastorale diocesana – Caritas, Migrantes ed Ufficio Missionario – per coordinare e promuovere l’accoglienza nelle parrocchie. Le prime risposte, in termini di nuovi posti messi a disposizione, potrebbero arrivare già nei prossimi giorni. 

Per far fronte alle presenze dei migranti che non hanno accesso al campo, nelle scorse settimane è stato potenziato anche il servizio delle mense gestite dai vincenziani in città, aprendo – anche nei giorni feriali – la mensa dei Padri della Missione di via Lambertenghi.

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