Questa settimana, in molti oratori della Diocesi, si concluderà l’esperienza del Grest (altri continueranno tra luglio e settembre). Poi arriverà l’ora dei campi estivi e dei viaggi degli oratori perché l’estate è solo all’inizio. In questa occasione condividiamo con voi questa riflessione del nostro direttore di don Angelo Riva sul valore non solo religioso ed educativo, ma anche sociale, di queste esperienze.
E’ un po’ come il lavoro della casalinga, la cordialità del vicino di casa quando sei malato, il genitore che accudisce il figlio disabile, o il baby-sitteraggio dei nonni verso i nipoti. Azioni che sfuggono alle statistiche, non fanno aumentare il Prodotto Interno Lordo di una nazione, ma senza le quali la società civile sarebbe infinitamente più povera, e la vita di tutti molto più complicata. Così è anche degli oratori estivi. Finita la scuola, masse di bambini, ragazzi e adolescenti sarebbero in giro pressoché allo sbando. E invece riempiono gli oratori per i Grest, e le case parrocchiali di vacanza per la settimana di soggiorno in montagna o al mare.
Tutto pressoché gratis: le quote di iscrizione (per il materiale didattico, i beni di consumo, l’affitto della casa o del pullman per raggiungerla) sono praticamente poco più che simboliche. Anche se qualcuno troverà pur sempre il modo di lamentarsi.
Non è mai bello vantarsi dei gioielli di casa, però del valore anche sociale e civile dei nostri oratori (oltre che, evidentemente, religioso ed educativo) non si parlerà mai abbastanza. Anche per chiudere il becco a quanti ironizzano o, peggio ancora, avanzano dubbi sulla «laicità» dell’8 per mille alla Chiesa cattolica. Gli oratori estivi sono una bella stampella che la comunità cattolica offre a genitori e famiglie, ancora al lavoro sotto la canicola estiva.
Ovviamente una stampella che li dovrebbe vedere, i genitori – come del resto in genere avviene –, loro pure coinvolti e responsabilizzati, affinché l’oratorio non diventi un semplice «parcheggio» (per giunta «free») dei loro figli. In ogni caso provate un po’ a «drenare», dalla cifra collettiva complessiva, il valore aggiunto di socialità rappresentato dai grest e dai campi estivi parrocchiali, e avrete idea dell’impoverimento anche solo civile che ne deriverebbe.
#Grest2017: Detto Fatto. La gallery con le vostre foto. E tu cosa aspetti?
Gli oratori estivi sono palestra di incontro, di relazione, di socialità.
Nell’epoca iper-connessa della «rete», e iper-sconnessa dei rapporti umani e delle maturazioni personali, gli oratori rappresentano un essenziale «enzima di crescita» per quelli che saranno gli adulti e le famiglie di domani.
Favoriscono la conoscenza di sé attraverso l’incontro con l’altro, il gioco, il canto, il teatro, l’immersione nella natura, la sana competizione. Senza troppi proclami, favoriscono la celebre «integrazione», accorpando al loro interno bambini e ragazzi di etnie diverse, e sempre più spesso anche di religioni diverse.
E’ dal volto dei nostri oratori, molto più che da tanti sproloqui politicanti senza costrutto, che possiamo intuire e sperare il mondo integrato e solidale di domani. Il tutto condito – e non si tratta certo di un’aggiunta – dalla prospettiva della fede e dell’educazione cristiana. Dietro i grest e la pastorale dei giovani (a cui, ricordiamo, la Chiesa dedicherà presto un Sinodo universale) c’è il cuore del Buon Pastore, che dice «lasciate che i piccoli vengano a me: il Regno dei cieli è per quelli come loro».
Che cosa intendesse dire veramente, il Signore, glielo chiederemo quando saremo di là. Per ora ci limitiamo a raccogliere il suo invito, e a gioire della freschezza, della voglia di vita, degli entusiasmi e degli slanci che fanno vibrare di un allegro vociare le pareti della vecchia ma sempre giovane Madre Chiesa.
don Angelo Riva