Un piccolo gioiello da conoscere e da visitare. Si tratta della splendida chiesetta dei Resinelli, ad Abbadia Lariana, che quest’anno festeggia il secolo di vita. All’edificio è dedicato il libro “Chiesa ai Piani Resinelli cento anni di storia”, un lavoro caldeggiato e fortemente voluto dal parroco don Vittorio Bianchi, sotto la cui giurisdizione diocesana è legata la chiesa dedicata al Sacro Cuore in località Piani Resinelli a 1200 metri di altitudine.

L’opera stampata, verrà presentata martedì 15 agosto a margine della S.Messa solenne dei cento anni accompagnata dal coro alpino “I vous de la Val Granda” di Ballabio.

Il sacro edifico è visitato dagli alpinisti in transito, dai residenti e dai turisti richiamati da questa località amministrativamente gestita dai comuni di Abbadia, Ballabio, Lecco, Mandello.

Nella prima pagina del libro, don Bianchi scrive “Cento anni di vita sono evento di rilievo. Il desiderio di tramandare in maniera fedele e ordinata la sua storia è stato possibile per l’impegno e la passione di più persone”.

In primis i rilievi architettonici effettuati dall’architetto Ladislao Balbiani con l’attenta e fedele ricostruzione storica e tecnica ad opera di Antonio Balbiani, padre del professionista. Ad entrambi il merito dei contatti intercorsi con Gianni Mezzanotte, figlio di Paolo, ingegnere progettista della chiesetta la cui costruzione iniziò nel   1915, inaugurata il 12 agosto 1917 e successivamente ampliata nel 1938. “Oggi possiamo gustare l’eccellenza progettuale di chi fece nascere questa chiesa”, leggiamo dai passaggi di don Vittorio.

Nel libro si evidenziano gli schizzi e i disegni progettuali di Mezzanotte nel cui nutrito curriculum si trovano tra i molti lavori da lui firmati, l’omonimo Palazzo della Borsa a Milano. Oltre i muri, la parte materiale della chiesetta, tra le pagine del testo emerge l’impegno e lo slancio del parroco di quel periodo, don Carlo Raspini, a volere la costruzione di questo sacro edificio alpino. Il coraggioso sacerdote così si lasciava ai ricordi “quando cominciai a costruirla avevo in mano soltanto millesettecento lire, eppure grazie a Dio ed alla generosità dei buoni, la chiesa è sorta bella e artistica”. Tra le pagine che spaziano dalla descrizione tecnico-storica al racconto, quello umano, attraverso la cronaca dell’epoca che ci ricorda la vera denominazione di Abbadia, che da Lariana ha il vero appellativo in Sopr’Adda. Come scrive don Bianchi “Il far memoria del passato è chiave sapiente di vita. Il conoscere le origini non solo porta luci interessanti sul trascorso, sulla storia locale, ma sono fondamento sicuro e forte per il futuro. È questo l’augurio affinché il volumetto che abbiamo tra le mani possa far godere e apprezzare il nostro tempio”.

La realizzazione grafica del libro è stata affidata alla Digimedia di Michele Gala e la stampa alle Grafiche Riga di Annone Brianza.