«Nella festa dell’Epifania la Chiesa presenta Gesù come la “luce delle genti”, la luce “che illumina e riscalda il cuore di ogni uomo”. Vorrei augurare  che ciascuno si lasci raggiungere dalla luce che promana da Gesù, così da guardare, con sguardo nuovo, i propri fratelli e sorelle, specie i più bisognosi di affetto, cura e tenerezza». Questo l’augurio del Vescovo Oscar in occasione della solennità dell’Epifania. Monsignor Cantoni presiede il solenne pontificale dell’Epifania, giorno della manifestazione del Signore, alle ore 17.00 del 6 gennaio in Cattedrale (alle ore 16.00 sono previsti i Vespri Capitolari).

Il giorno dell’Epifania, inolte, si rinnova un’antichissima tradizione, che nel corso dei secoli si è modificata, ma che ha lo scopo di indicare ai fedeli la scansione dei tempi liturgici. “Nella provincia d’Egitto si osserva questo costume di antica tradizione: compiuto il giorno dell’Epifania il pontefice d’Alessandria invia delle lettere a tutte le chiese d’Egitto, nelle quali sono fissati  sia l’inizio della Quaresima che il giorno di Pasqua, non solamente in tutte le città, ma anche in tutti i monasteri”. Così il monaco Cassiano nelle sue Conlationes (conferenza X,2) nel IV-V secolo dopo Cristo. Durante la celebrazione eucaristica nella solennità dell’Epifania, dunque, appena dopo la proclamazione del Vangelo è previsto il solenne “Annuncio della Pasqua”. L’Epifania è una festa della redenzione e la sua pienezza si avrà negli eventi pasquali. In questo contesto, la manifestazione del Signore ai Magi appare come il primo atto di una sequenza di epifanie-manifestazioni che sono il tessuto dell’intera esistenza terrena di Cristo. Lui, luce del mondo, è la meta fi nale della storia, il punto di arrivo di un esodo, di un provvidenziale cammino di redenzione, che culmina nella sua morte, risurrezione e ascensione al cielo. Per questo, nella solennità dell’Epifania, la liturgia prevede l’Annuncio della Pasqua: l’anno liturgico, infatti, riassume l’intera parabola della storia della salvezza, al cui centro sta il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto.

«Fratelli carissimi – è l’annuncio dopo il Vangelo – la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fi no al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà – in questo 2018 – nella domenica di Pasqua il 1° aprile. In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio. L’Ascensione del Signore, il 13 maggio. La Pentecoste, il 20 maggio. La prima domenica di Avvento, il 2 dicembre. Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli».