Mense scolastiche cittadine e punto unico di cottura. Resta alta l’asticella della tensione a Como dopo l’incontro di qualche giorno fa tra Amministrazione comunale e sindacati.  Sul tavolo una certezza: 47 dipendenti, con contratto a tempo determinato, a giugno perderanno il posto di lavoro. I sindacati chiedono la proroga di un anno e di mantenere la gestione diretta, ma l’Amministrazione risponde che non è possibile e punta ad esternalizzare parte del servizio.

Posizioni diverse anche sul punto unico di cottura: i sindacati spingono per le cucine dell’ex S. Anna, il Comune dice che non ci sono i tempi e che l’ipotesi non è economicamente sostenibile.

Al momento, dunque, non si profilano spiragli di trattativa. Sullo sfondo si delinea anche la possibilità di una mobilitazione da parte del personale. Nulla, però, al momento è deciso.

Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato per mercoledì 21 febbraio, alle ore 20.30, presso la Scuola Media Parini di Como un’assemblea pubblica aperta per riflettere sull’argomento. Emblematico il titolo scelto per la serata: “Quale futuro per le mense comunali?”

Il Settimanale ha intervistato una delle 47 lavoratrici a tempo determinato che a giugno perderà il posto di lavoro. Vi anticipiamo un estratto dell’intervista che potete trovare sul Settimanale di questa settimana.

La chiameremo Antonella. Il nome, ovviamente, è di fantasia.

Antonella, come avete saputo della decisione che l’Amministrazione non avrebbe provveduto al rinnovo dei contratti a tempo determinato?«Inizialmente a comunicarmelo sono state le mie colleghe, ma alla voce ho dato poco credito. È da un paio d’anni che si discute del centro unico di cottura e della riorganizzazione delle mense scolastiche. La conferma è arrivata da una delle responsabili del personale che mi ha comunicato, dopo aver letto i giornali, della riunione dell’Amministrazione con i sindacati e della posizione del Comune, che avrebbe assunto questa decisione e intende portarla avanti».

Ma vi è arrivata dal Comune un’informativa che i contratti non saranno rinnovati?«No, nessuna nota ufficiale. La notizia ci è arrivata dagli organi di stampa. Vorrei però essere chiara su un punto: tutte noi dipendenti a tempo determinato abbiamo sempre saputo che il nostro contratto, alla lunga, sarebbe finito a giugno e che il reinserimento sarebbe dipeso anche dal numero delle persone che si sarebbero presentate ai bandi. Ogni anno non è mai stato certo che potessimo rientrare. Questo per dire che siamo abituate alla precarietà. Il punto è che fino a ieri, dato il numero di bandi previsti, tutto sommato sapevamo, entro agosto, che in qualche posto saremmo stati collocati, che fossero mense, pulizie o altro. Oggi invece, venendo da settembre meno diversi ruoli disponibili per l’ambito di cucina, gli spazi si restringono di molto. Crediamo pertanto di non avere speranze. Quello però che chiediamo, almeno, è chiarezza. Che ci venga comunicato ufficialmente che di possibilità non ce ne saranno più. In questo modo potremmo attivarci per cercare un impiego altrove».

Con quale spirito vivete questo momento?

«Con i frutti di questo lavoro mi riesce di portare a casa qualche soldo per la mia famiglia. Certo il tempo determinato non ti garantisce continuità e sicurezza, ma ti permettere di evadere dai problemi della quotidianità, e stare accanto ai bambini per me è un’esperienza meravigliosa, mi fa sentire come Peter Pan… A riempirmi la vita, in questi anni, è stato proprio il feeling speciale instauratosi con le cuoche, le maestre, i bambini. Quei piccoli che mi salutano con un regalino, o mi aiutano ad apparecchiare la mensa…  Con loro si è instaurato nel tempo un rapporto umano così profondo che, al di là dello stipendio, nessuno può immaginare. Questo lavoro mi piace e per questo ci ho sempre messo l’anima. L’idea del venir meno di questa possibilità mi fa star male e mi fa tremare rispetto al futuro. Ma quello che chiedo, che chiediamo tutte, è soltanto chiarezza, che ci vengano date risposte o informazioni sicure. Dopo di che potrei mettermi alla ricerca di qualcos’altro. Un nuovo lavoro lo posso trovare. L’unica cosa certa è che non mi arrendo, lo devo a me stessa e alla mia famiglia».

Il servizio completo sul numero di questa settimana, anche con l’intervista all’assessore alle Politiche Educative ed agli Asili Nido Amelia Locatelli.