Maria Teresa Baratti vedova Laboranti, cooperatrice guanelliana; Alda Borgonovo vedova Introzzi, della parrocchia di santa Maria Annunziata (Santissimo Crocifisso), a Como; Mariarosa Cereghini vedova Boggia, della parrocchia di Cristo Re di Tavernola; Ernestina Olgiati vedova Busana, della parrocchia di San Giorgio, a Como. Sono le quattro vedove che mercoledì sera, 9 maggio, presso la basilica di S. Fedele, hanno ricevuto la benedizione del vescovo Oscar, dopo aver scelto di consacrarsi al Signore nel servizio della preghiera e della carità nella Chiesa di Como. La benedizione, nel contesto di una cerimonia semplice ma solenne, ha coronato un cammino di formazione durato tre anni condotto dalle quattro vedove all’interno del “Gruppo S. Luisa de Marillac. Sarà inserita nel registro dell’Ordo Viduarum anche la vedova Elena Santagata di Villa Guardia, attualmente appartenente a quello di Milano. E proprio mercoledì 9 maggio la famiglia vincenziana celebrava la festa di S. Luisa de Marillac, la vedova che collaborò con S. Vincenzo e insieme fondarono la Compagnia delle Figlie della Carità.

Il rito di ieri sera sancisce ufficialmente la nascita dell’Ordo Viduarum in diocesi di Como. Si tratta di un ordine noto fin dai tempi apostolici, al quale appartengono vedove che intendono permanere nello stato di vita vedovile in forma definitiva. Per questo chiedono la benedizione della propria condizione, offrendo a Cristo e alla Chiesa le proprie energie e disponibilità.

«Cari fratelli e sorelle – le parole del vescovo durante l’omelia -, la nostra Chiesa di Como riceve oggi dalle mani del suo Signore un nuovo dono dello spirito che arricchisce e allieta il suo volto uniforme. Alcune nostre sorelle, vedove, intendono intensificare la loro scelta battesimale attraverso una benedizione che la Chiesa ben volentieri offre loro per vivere la condizione di vedovanza come una occasione per dedicarsi più intensamente ad una vita di preghiera e di carità. Queste nostre sorelle hanno elaborato nel tempo il loro lutto, e ora, senza rinunciare all’amore per il loro sposo, con il quale hanno condiviso tutta la vita coniugale, domandano la grazia di dedicare gli spazi del loro cuore da poter raggiungere e sostenere con la preghiera e la carità la famiglia universale, contribuendo così, da una parte a sostenere la lode perenne che la Chiesa innalza a Dio per la salvezza del mondo, e dall’altra a diffondere la misericordia di Dio che tutti abbraccia. Si tratta di un impegno del tutto libero al quale si sono preparate a lungo e che assume un valore vincolante, per tutto il tempo della loro vita. Ringraziamo queste nostre sorelle, che pur nel dolore per il distacco terreno dal marito, ci insegnano a trasfigurare la sofferenza in un amore più grande, così da assumere un impegno di solidarietà e di vicinanza con quanti sono affaticati e oppressi. Nello stesso tempo ci aiutano a non mai ripiegarci su noi stessi, a non trinceraci nelle nostre difficoltà, ma ad aprirci verso un amore totalmente gratuito, aperto a tutti. Care sorelle, la parola di Dio che abbiamo appena ascoltato ci ricorda che la preghiera dell’umile penetra le nubi, quindi non desistete dal vostro santo proposito di intensificare la quotidiana orazione, sia quella individuale, sia quella comunitaria. Imparate, attraverso l’Eucaristia quotidiana, che è il luogo dove l’amore di Dio presso di voi si manifesta con la più ampia intensità, a diventare capaci di amare gli altri con lo stesso ardente cuore con cui Gesù ci ama. In questo modo diventerete anche voi testimoni e annunciatori della misericordia di Dio».