A Gallivaggio, frazione del comune di San Giacomo Filippo (So), sulla strada che da Chiavenna sale al passo dello Spluga, il tempo si è fermato al 29 maggio scorso, quando una frana di 10mila metri cubi di rocce, monitorata da settimane, piombò sull’omonimo santuario mariano, sul campanile, sulla statale 36 e sulle costruzioni adiacenti, lasciando miracolosamente intatto l’edificio sacro (gli stessi tecnici non hanno esitato a parlare di «circostanza eccezionale»).
«Per la prima volta da allora – racconta don Andrea Straffi, dell’Ufficio Arte Sacra della diocesi di Como – siamo entrati in Santuario… avere la chiesa in piedi è una grazia. Ma i danni ci sono e richiederanno interventi importanti, tempo e risorse economiche». Anche il Vescovo monsignor Oscar Cantoni, accompagnato dal rettore don Casimiro Digoncelli, ha fatto visita a Gallivaggio e «l’impatto è stato emotivamente molto forte».
C’è al lavoro un gruppo di esperti per verificare le conseguenze della frana sul Santuario e prosegue il consolidamento del versante montano, con il disgaggio delle rocce ancora in bilico, la sistemazione del vallo paramassi e la posa di reti. Per fine luglio dovrebbe essere pronta anche la strada di bypass. Sul santuario si potrà lavorare dall’autunno.
Tre gli aspetti critici. Il tetto: ci sono tre grossi buchi più tutte le tegole rovinate. Per contenere le infiltrazioni d’acqua è stata posta una protezione provvisoria: non appena possibile ne verrà collocata una più stabile. E ancora: servirà un telaio in acciaio per rinforzare una parete laterale, in attesa di un consolidamento statico generale. I massi hanno quasi sfondato la zona confessionali e, sul presbiterio, è parzialmente crollato un affresco secentesco di Domenico Caresana (si tratta de L’Adorazione dei Magi). «Infine – riprende don Straffi – stiamo raccogliendo le “macerie artistiche” per poi ripristinare opere e stucchi». Intatti il crocifisso ligneo e l’organo di scuola palermitana. La casa parrocchiale e il cimitero, invece, sono devastati. È stato riconosciuto lo stato di emergenza ma, al momento, non ci sono indicazioni sui criteri per le coperture economiche.
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