L’ultima fiammella si è spenta su Notre-Dame, ma ancora alti sono l’emozione e lo sconcerto per il pauroso incendio che, ieri sera, ha devastato parte della cattedrale di Parigi. La capitale francese questa mattina si è svegliata incredula, disorientata, sconvolta, ma pronta a ripartire, ancora una volta. Stato d’animo che ci viene confermato al telefono Karin Manoukian, comasca, che da tempo vive e lavora a Parigi.

Dove ti trovavi ieri quando ha preso fuoco la cattedrale?

«Ero a casa, con i miei figli. Avevo trascorso l’intera giornata in città ed ero rientrata verso le 18.30, viviamo nella prima periferia della capitale, al di là della Senna, a una decina di minuti di metrò dal centro».

Come ti è arrivata la notizia?

«Mancava qualche minuto alle 19 quando ha iniziato a circolare sul gruppo Whatsapp dei genitori della scuola di uno dei miei figli l’immagine della cattedrale in fiamme inviata da una mamma. Al momento confesso di non aver capito che cosa significasse, sembrava quasi un fotomontaggio, tanto mi sembrava impossibile potesse accadere un fatto del genere. Ho provato subito a verificare la cosa su Google, ma la notizia non era ancora in rete. Da lì a pochi minuti sono iniziati a circolare i primi video. È stato uno shock, un’emozione intensa, che si è confusa con l’emozione legata al ricordo di mio padre di cui proprio ieri, 15 aprile, era prevista una S. Messa in Cattedrale, a Como, a 12 anni dalla morte…»

Tu non sei francese, che cosa rappresenta per te la cattedrale di Parigi?

«Non sono e non mi sento parigina, però Notre-Dame assume, anche per me, un valore assoluto. Ieri, mentre ascoltavo, da un’emittente locale, la diretta sull’incendio, ho appreso qualcosa che non sapevo, che attribuisce ulteriore significato a questo monumento straordinario: si dice sempre che Notre Dame è il cuore di Parigi e di tutta la Francia… Bene, al di là del suo significato religioso ho scoperto che l’ingresso di Notre-Dame corrisponde al Km 0 di ogni misura relativa alle distanze dalla capitale. Quando si dice: questa città dista 200 km da Parigi… per Parigi si intende proprio Notre-Dame… Aspetto che ne conferma, ancora di più l’alto valore simbolico…».

Come ha reagito la città di fronte a questo disastro?

«Superato lo sconcerto iniziale la città intera si è mostrata compatta, unita. In pochi minuti è caduta ogni barriera. Al di là del credo di ciascuno, da subito Parigi si è detta pronta a ricostruire la sua cattedrale, così come si presentava prima che le fiamme l’avvolgessero. La città oggi è triste, ma motivata nel voler andare avanti. E ora scusami, ma prima di tornare al lavoro voglio passare da Notre-Dame, intendo accertarmi con i miei occhi delle sue condizioni e che l’incendio sia stato davvero stato domato».