I primi 27 cassonetti per la raccolta dei vestiti usati della Cooperativa sociale Orizzonti di Cantù (che da anni gestisce la raccolta in città  in collaborazione con la Caritas diocesana con un totale di 49 cassonetti) sono stati rimossi dal suolo pubblico come previsto dalla richiesta dello stesso Comune di Como.

Il risultato? Da giorni i cittadini comaschi stanno chiamando “spaesati” la segreteria della Caritas diocesana chiedendo spiegazioni. E la Caritas, questo pomeriggio, ha risposto con una comunicazione pubblicata sul proprio sito internet (CLICCA QUI).

A seguito della richiesta pervenuta dal Comune di Como – firmata dal  dirigente del settore ambiente, parchi e giardini dott. Luca Baccaro – la Cooperativa sociale Orizzonti, che da anni gestisce il servizio di raccolta dei vestiti usati in collaborazione con la Caritas diocesana, ha iniziato la rimozione dei primi 27 cassonetti posti sul suolo pubblico cittadino.

Come da richiesta (e da successiva proroga di due mesi concessa il 30 aprile 2018) nelle prossime settimane si completerà la rimozione di tutti i cassonetti ancora presenti in città.

La Caritas diocesana di Como, forte di una collaborazione in questo settore con il Comune di Como che dura dal 2001, esprime profondo rammarico per la fine di questo rapporto.

Il disagio maggiore è quello di aver ordinato la rimozione dei cassonetti alla ditte attualmente convenzionate con il Comune senza aver ancora provveduto all’aggiudicazione del servizio ad altro soggetto.

Al momento quindi i cittadini di Como – che da giorni chiamano spaesati la segreteria della Caritas per chiedere informazioni – si vedono privati di un servizio per loro gratuito, comodo e rispettoso dell’ambiente.

La Caritas Diocesana di Como

Per chi non avesse seguito la vicenda tutto ha avuto inizio lo scorso 11 aprile quando il dirigente del Settore Tutela dell’Ambiente, Parchi e Giardini del Comune di Como, Luca Baccaro, invia agli attuali gestori del servizio una comunicazione scritta in cui “si chiede il ritiro di tutti i contenitori entro 20 giorni” (ovvero il 1° maggio)  a seguito della scadenza delle concessioni.

Un atto assolutamente legittimo – i cui destinatari sono la Cooperativa Sociale Orizzonti e l’ONG Humana (18 cassonetti) – ma che non tiene conto di un fatto: la decisione fa seguito a due gare per la concessione dell’appalto del servizio andate entrambe deserte, dunque senza che vi sia un soggetto pronto a raccogliere il testimone.

A quanto appreso dal Settimanale la terza gara è in fase di assegnazione, ma non è chiaro se e quando vi sarà un vincitore.