Mercoledì 29 aprile il Vescovo monsignor Oscar Cantoni si è recato, in forma privata, all’Ospedale Sant’Anna di Como-San Fermo. Qui, alle ore 16.00, nella cappella del nosocomio, il Vescovo ha presieduto la Santa Messa, che è stata celebrata a porte chiuse. I pazienti che lo desideravano hanno potuto partecipare alla liturgia eucaristica sintonizzandosi sugli apparecchi televisivi nelle camere di degenza.

«A presiedere questa celebrazione nella festa di Santa Caterina da Siena – ha detto il cappellano dell’Ospedale, il camilliano padre Alessandro Viganò nel saluto iniziale –,  abbiamo il nostro Vescovo monsignor Oscar, che ringraziamo vivamente per essere qui a condividere con noi questa eucaristia nella quale vogliamo esprimere il nostro grazie a tutta la comunità ospedaliera per l’impegno, la cura, la dedizione e il sacrificio che ancora oggi offrono per garantire salute, conforto e sollievo a tutti i malati che sono ricoverati. Sentiamoci uniti spiritualmente nell’offrire in questa eucaristia la nostra preghiera perché chi è nella sofferenza ritrovi salute, chi nel dolore abbia il conforto, chi nell’angoscia abbia pace e serenità; certi che il Cristo Risorto è con noi, cammina con noi, si offre a noi  donando la pace e la speranza che noi dobbiamo condividere con ogni fratello».

Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato come la sua presenza «voglia testimoniare la vicinanza e il sincero affetto di tutta la comunità cristiana ai malati, ricoverati nelle strutture ospedaliere e, insieme, manifestare riconoscenza e gratitudine a chi se ne prende cura», comprendendo «tutto il complesso e articolato mondo ospedaliero». Un pensiero particolare alla figura dei cappellani e degli assistenti spirituali «vicini, per vocazione, accanto a chi soffre». Nella preghiera il Vescovo Oscar ha voluto «affidare alla misericordia del Padre gli oltre 150 tra medici, infermieri e farmacisti morti in questo tempo in Italia a causa dell’epidemia da Coronavirus». A loro si aggiunge il ricordo di «oltre un centinaio fra sacerdoti, suore, religiose e religiosi che hanno dato la vita assistendo gli ammalati». Monsignor Cantoni ha affermato che «siamo una famiglia nella quale ciascuno è a servizio dell’altro, una comunità che insieme affronta le diverse situazioni difficili e dolorose». Prima di commentare le letture del giorno, il Vescovo ha osservato che la comunità cristiana «condivide le responsabilità, non è estranea alle fatiche di ciascuno ed è confortata dalla consapevolezza che Gesù ci sostiene. Ciascuno di noi si sente pienamente coinvolto nell’aiuto vicendevole rispetto alla solitudine e alle fatiche, fisiche, spirituali ed economiche». In queste settimane, grazie all’utilizzo dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie, le parrocchie hanno sperimentato modalità nuove di vicinanza fraterna. «È la fantasia della carità, che inventa strade nuove per venire incontro a tutti i fratelli e le sorelle, affinché nessuno si senta solo e possa sperimentare il dono del conforto e della solidarietà».

Al termine della Santa Messa è stata recitata la preghiera del malato, composta, in questo tempo di coronavirus, dal camilliano padre Arnaldo Pangrazi.