“Porta Aperta”, il servizio di coordinamento dei servizi per la grave marginalità della Caritas diocesana di Como, nei mesi scorsi si è rivolta alle parrocchie della città e delle zone limitrofe per chiedere la disponibilità ad accogliere – per un periodo limitato di tempo, legato alla fredda stagione invernale – uno o più senza dimora garantendo loro un luogo riscaldato, una branda o un letto e i servizi igienici per trascorrere la notte.
«Il nostro obiettivo – racconta Beppe Menafra, responsabile di “Porta Aperta” – era ed è quello di realizzare un’accoglienza diffusa sul territorio per ospitare alcune persone senzatetto in questo periodo di emergenza freddo. L’idea, denominata “Progetto Betlemme”, è stata così condivisa e realizzata con entusiasmo in due parrocchie della città, precisamente a Sagnino (comunità pastorale di Monte Olimpino, Ponte Chiasso e Sagnino) e a Tavernola. Queste due realtà seguono, quindi, la prima esperienza di accoglienza parrocchiale, tuttora in essere, nella parrocchia di Sant’Agata (comunità pastorale “Santi della Carità” comprendente Sant’Orsola, Garzola e, appunto, Sant’Agata) che già nell’inverno 2019-2020 aveva dato vita all’esperienza “Casa Bartimeo”, un appartamento parrocchiale che ospita 4 persone senza dimora».
L’ospitalità temporanea (dal 1° dicembre al 31 marzo), avviene quotidianamente dalle 20 alle 8 del mattino successivo; non è prevista la fornitura di pasti. Al servizio possono accedere le persone in precedenza ascoltate dal servizio di “Porta Aperta”. La stessa Caritas, con i suoi operatori, fornirà un sostegno alla parrocchia, che a sua volta può attivare una rete di volontari (gli stessi parrocchiani) disponibili per l’accoglienza alla sera e per gestire l’uscita mattutina dalla struttura.
«Ovviamente ci sono alcune regole da rispettare – ricorda Beppe Menafra – Caritas, ospite e parrocchia siglano un “patto” scritto di accoglienza con le modalità da seguire all’interno dello spazio concesso per l’ospitalità, compreso il rispetto delle normative sanitarie in atto per l’emergenza Covid. Se l’ospite non dovesse attenersi al patto, sarà Caritas ad allontanarlo dalla struttura e ciò può avvenire in qualsiasi momento». «Il progetto Betlemme – conclude il responsabile di “Porta Aperta” – è avviato e ne siamo felici. Ora l’intento è di sensibilizzare tutte le comunità parrocchiali della città e zone limitrofe a “replicare” questa bella iniziativa di accoglienza. Insieme si può fare».