Alfonso Librale, della comunità di Como – Ponte Chiasso, e Rosario Scalzo, della comunità di Centro Valle Intelvi, sono stati ordinati diaconi permanenti dal Vescovo monsignor Oscar Cantoni in Cattedrale a Como, la mattina di sabato 16 gennaio. Al rito erano presenti le famiglie dei due diaconi, gli altri diaconi permanenti della diocesi. Una piccola particolarità: Alfonso appartiene al Corpo della Polizia Locale di Como, Rosario all’Arma dei Carabinieri. Alfonso è affidato, per il suo ministero di diacono, alla paternità di don Emanuele Corti, parroco della comunità pastorale di Monte Olimpino, Sagnino e Ponte Chiasso. Rosario a don Italo Mazzoni, per la comunità di Lenno, Isola, Ossuccio. Qui di seguito il testo integrale dell’omelia del Vescovo Oscar.
«Il racconto molto noto della chiamata del giovane Samuele ci aiuta a comprendere che tutta la vita è un susseguirsi di chiamate da parte del Signore, in uno sviluppo graduale di un grande progetto organico, dove all’iniziativa di Dio, che guida la storia di ogni persona, corrisponde la libera e docile risposta di ciascuno. Questi due nostri fratelli, Alfonso e Rosario, già uomini adulti e maturi, che stanno per essere ordinati Diaconi, lo testimoniano con la loro esperienza di vita. A differenza di Samuele, chiamato più volte in una sola notte, essi hanno accolto la chiamata di Dio alla santità, che è la carità pienamente vissuta, attraverso tappe significative, in luoghi e momenti diversi della loro vita. Rosario e Alfonso, esercitando la comune dignità battesimale, sono cresciuti lungo gli anni nella vita cristiana, che è, per tutti e per ciascuno, una chiamata a seguire Gesù, modellando quindi la loro vita sulla sua, all’interno di una comunità cristiana, nella famiglia come nella specifica professione, ossia in luoghi del tutto ordinari, nella adesione al progetto evangelico, che è diventato sempre più una convinzione personale, radicata e sviluppata in modo da poter riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi.
Voi, cari amici, avete imparato a condividere nel tempo un rapporto vivo con il Signore Gesù, frutto di un ascolto intenso e personalizzato della Parola di Dio, che “discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” a cui ciascuno di noi deve aderire, perché è nella Parola che ci viene presentato Gesù, è lei che ci indica come seguirlo. È la Parola di Dio lo specchio attraverso il quale riferirci per valutare la nostra distanza o la nostra conformità a Gesù, ai suoi sentimenti, prima ancora che al suo progetto di vita e alle sue scelte. Questi nostri prossimi diaconi hanno poi accolto l’invito della Chiesa, rivolto loro personalmente, dal momento che ha riconosciuto in essi, per la qualità della loro testimonianza, i presupposti fondamentali per vivere il servizio diaconale nella nostra Chiesa di Como. Voglio ringraziare qui tutti coloro che li hanno aiutati a predisporsi in piena consapevolezza al ministero ordinato, che oggi viene loro affidato, mediante il quale “vengono abilitati a servire il popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della parola e della carità”, mentre i vescovi e i presbiteri “ricevono la missione e la facoltà di agire nella persona di Cristo Capo” (Benedetto XVI).
Ci è stata poi narrata nel vangelo la chiamata di Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, una persona invisa dalla gente proprio per la sua professione, suscitando una immediata mormorazione tra gli scribi e farisei. All’inatteso invito del Signore, “seguimi”, Levi ha aderito con una pronta decisione: “Egli si alzò e lo seguì”. In segno di questa chiamata, del tutto imprevista e immeritata, Levi ha invitato a tavola Gesù. I banchetti del vangelo ci chiedono di riconoscere che solo nell’incontro con gli altri si vive il senso e si celebra la ricchezza del nostro essere persona. C’è modo e modo di stare a tavola. Quello ridotto a puro consumo individuale, che non si cura degli altri, o quello in cui si è capaci di uno sguardo, una parola, un gesto che rende vivo e umano quel momento” (Dotti-Aldegani, Venite a mangiare con me, Vita e Pensiero). Voi, cari fratelli, esercitate il vostro servizio diaconale con lo stesso stile con cui si può condividere un banchetto. Puntate il vostro interesse sulle persone che il Signore vi fa incontrare, chiunque siano e da dovunque provengano, prendendovene personalmente cura, soprattutto se membri fragili e sofferenti, così che nessuno si senta escluso o abbandonato. Mediante una relazione interpersonale, frutto di un vero amore fraterno, potrete rappresentare al vivo il Signore Gesù, di cui state per diventare sua viva immagine, nella edificazione del suo corpo e per la testimonianza del Vangelo. Il vostro stile di vita aiuti a risvegliare in tutti i cristiani delle nostre Comunità la convinzione che attraverso il sacramento del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia, proprio in quanto membri del Corpo di Cristo, ricevono dalla Spirito Santo, in varia misura e con diversità di espressioni, quei doni necessari per dare il proprio contributo alla edificazione della Chiesa e all’annuncio del Vangelo ad ogni creatura. Cari amici, la vostra presenza diaconale nella Chiesa di Como sia la gioia e il vanto di ciascuno di voi».
+ Oscar CANTONI, Vescovo