Pastore umile, buono, zelante. Un uomo della Parola. Così ieri è stato descritto monsignor Franco Festorazzi, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo, arcidiocesi che ha guidato dal 1991 al 2004.

Biblista di grandissimo spessore, docente in Seminario e alla facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, membro e poi presidente della commissione per la revisione della traduzione della Bibbia, vicario generale della diocesi di Como dal 1980 al 1991, monsignor Festorazzi è tornato alla Casa del Padre la notte fra il 23 e il 24 giugno, all’età di 92 anni.

La Cattedrale di Como ieri mattina ha accolto fedeli e presbiteri per i funerali dell’arcivescovo Franco, presieduti dal metropolita lombardo monsignor Mario Delpini. Con lui hanno concelebrato il vescovo della diocesi di Como, Oscar Cantoni, l’arcivescovo di Ancona Osimo, Angelo Spina, il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, il vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi, originario della Chiesa di Como e molto legato a monsignor Festorazzi.

Papa Francesco, attraverso il segretario di Stato Pietro Parolin, ha spedito un suo messaggio di cordoglio, ricordando «la feconda opera in campo biblico» e il servizio come «Pastore sollecito, premuroso maestro di fede, testimone di speranza, artefice di carità». La conferenza episcopale italiana ha inviato la propria partecipazione al lutto, con un messaggio a firma del presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti, e del segretario, monsignor Stefano Russo. Monsignor Cantoni ha sottolineato quanto «don Franco ci abbia insegnato a conoscere e amare la Parola di Dio».

La memoria delle sue opere è viva nell’arcidiocesi di Ancona-Osimo: «il Vescovo Franco – detto monsignor Spina – ha fatto nascere la Caritas e a lui è stata dedicata la Biblioteca del Centro pastorale». «Uomo della Parola», lo ha definito l’arcivescovo Delpini e quindi uomo che «ha amato il silenzio, che ha detto la verità che viene da Dio, che ha conservato la fede e che, anche quando viene il tempo in cui gli uomini della Parola non parlano più, sono ancora parola, continuano a essere messaggio».

Hanno portato il loro ricordo anche i nipoti di monsignor Festorazzi ,che ne hanno definito l’umanità e l’umiltà, e monsignor Lafranconi: «mi è stato di esempio per proseguire nella mia vocazione – ha confidato -. Ci ha testimoniato che la Parola di Dio è incarnata nella storia e mentre ne cogliamo la storicità vediamo l’Oltre dello Spirito».