Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti e allora don Filippo Macchi di pazienza ne ha avuta davvero molta in questi anni, ma non solo: ci piace sottolineare, parafrasando San Paolo, che “ha conservato la fede”. Era infatti il lontano 2013 quando per la prima don Filippo diceva il suo “sì” alla partenza per un’esperienza missionaria come fidei donum in Camerun.
Iniziò allora un lungo periodo di preparazione, con tanto di partecipazione ai corsi per i missionari organizzati al Centro Unitario Missionario (Cum) di Verona, ma quando era ormai tutto pronto ecco che il nord del Camerun precipita nella spirale degli attacchi terroristici di Boko Haram e tutto si blocca.
I nostri fidei donum vengono richiamati in Italia per motivi di sicurezza e, di fronte ad un’instabilità persistente, il vescovo Diego Coletti prende la dolorosa decisione di chiudere la missione diocesana. Addio Camerun. La volontà dello stesso Vescovo è però quella di restare in Africa avviando un’altra collaborazione missionaria. Inizia allora un lungo iter – durante il quale don Filippo viene destinato come vicario a Grosio – che porta la Diocesi di Como ad aprire una nuova collaborazione missionaria con la diocesi di Nacala nel nord del Mozambico.
Don Filippo rinnova allora la propria disponibilità e nell’estate del 2019, compie il primo viaggio di conoscenza nel Paese. Pochi mesi dopo sembra di nuovo tutto pronto. Nel mese di ottobre 2019 riceve il mandato missionario dal vescovo Oscar Cantoni e a inizio 2020 parte finalmente per l’Africa. Sembra l’inizio di un cammino, ma arriva il Covid e, con esso, la chiusura di molti uffici pubblici. Don Filippo si ritrova così nell’impossibilità di rinnovare il proprio visto temporaneo e, nel mese di aprile 2020, tre mesi dopo il suo arrivo, è costretto a fare ritorno in Italia. Qui la pandemia è all’apice e tutto sembra bloccarsi nuovamente per le restrizioni ai viaggi e le difficoltà nelle pratiche burocratiche per l’ottenimento del visto di residenza. Un’attesa che poche settimana fa ha avuto un piacevole lieto fine.
E ora don Filippo?
«Ora sono finalmente pronto a partire. Per la verità è da oltre un anno che sono pronto! (sorride, ndr). Il visto è finalmente arrivato e il 21 ottobre 2021 partirò da Malpensa in direzione Maputo dove, dopo una notte di attesa, con un volo interno, raggiungerò Nampula».
Chi ci sarà ad accoglierti?
«Passerò la settimana di quarantena nella casa dei padri comboniani. Poi mi sposterò nella diocesi di Nacala dove, d’accordo con il vescovo Alberto Vera Aréjula, sarò destinato alla parrocchia di Chipene (nella foto, ndr) dove già operano due missionari fidei donum della Diocesi di Concordia-Pordenone: don Lorenzo Barro (da poco nominato vicario generale della Diocesi) e don Loris Vignandel. Con loro c’è anche un giovane diacono mozambicano e una comunità formata da tre suore comboniane».
Quando pensi di fare il tuo ingresso a Chipene?
«Se tutto andrà bene per la fine di ottobre, giusto in tempo per l’inizio della stagione delle piogge che da novembre renderà gli spostamenti sulle piste molto più difficili».
Leggi l’intervista completa a pagina 3 del Settimanale in uscita