“Ombre, luci, colori e suoni nella Comoedia dantesca”. Questo il titolo dell’appuntamento culturale che, dalle 18.30 di venerdì 29 ottobre, si svolgerà nella suggestiva cornice della basilica romanica di Sant’Abbondio in Como. Si tratta di un evento multidisciplinare nel quale si incontreranno poesia, musica, pittura e danza. Il punto di partenza è una “Lectura Dantis”, una declamazione di brani della Divina Commedia in questo 2021 nel quale si fa memoria dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. L’evento del 29 ottobre è a ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria, entro lunedì 25 ottobre, scrivendo a info@studiodesantis.it. ACCESSO SOLO CON GREEN PASS.

LA LECTURA DANTIS IN SANT’ABBONDIO

Mente e anima del progetto è la comasca Maria Proja De Santis, già docente di lettere al Liceo Alessandro Manzoni e al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, saggista ed esperta di Dottrina e Tecnica del Teatro. «Durante il lockdown – ci racconta Mariolina, come la chiamano tutti amichevolmente – ho riletto per tre volte la Divina Commedia. Solo dopo è scaturita l’idea di proporre una “Lectura Dantis” e, dentro di me, sentivo che avremmo dovuto farla in un luogo speciale, sacro». La Basilica di Sant’Abbondio «risponde pienamente a questo desiderio – aggiunge –, con la sua maestosità essenziale e l’abside affrescata che ricorda una grande pagina miniata, una vera e propria Biblia pauperum, dove il dipinto diventa racconto della Parola di Dio». L’iniziativa è condivisa e promossa dall’Ufficio Liturgia della diocesi di Como. «Abbiamo creduto in questo progetto – spiega don Nicholas Negrini – perché l’arte, nelle sue molteplici declinazioni, è espressione della fede e della bellezza che salveranno il mondo. La proposta del 29 ottobre, con il convergere di linguaggi e stili fra loro molto diversi (in un orizzonte temporale che va dal Medioevo al Contemporaneo), trova in Sant’Abbondio il contesto ideale grazie all’afflato spirituale che contraddistingue la basilica e avvolge chi la visita». I testi sono scelti e commentati da Maria Proja de Santis (che è anche voce narrante e regista, con l’aiuto di Maurizio Fierro), mentre le musiche (originali, composte appositamente per questa serata) sono di Irlando Danieli. L’ensemble musicale, diretto da Eugenio Pruonto, è costituito dal tenore Ivailo Corengia (che suonerà anche la tromba); Alessia Marcotrigiano, flauto; Alessio Turconi, percussioni; Riccardo Quadri, organi. Ci saranno inserti di danza con Elisabetta Miragoli (consulente coreutica, Mariellina Confalonieri): «la danza esprime la perfezione del movimento, un’armonia che diventa grazia e quindi è sacra – afferma de Santis –. Le pose della danzatrice rappresenteranno la preghiera e le sue braccia ricorderanno le ali degli angeli che accompagnano le anime ai piedi del monte del Purgatorio».

In una metafora che si allarga alla Basilica stessa, l’esterno della chiesa sarà la “selva oscura”, la navata centrale il Purgatorio, mentre l’area del presbiterio il Paradiso. Accanto ai passi più conosciuti della Commedia, de Santis proporrà una selezione di brani che «favoriranno il dialogo fra il testo e le pitture absidali – spiega –, affreschi di stile giottesco (dipinti fra il 1314 e il 1325) e coevi a Dante ». La pittrice LeoNilde Carabba sarà presente con un dipinto ispirato ai versi 115-117, dal Canto XXXIII del Paradiso, come testimonianza del sacro nella pittura contemporanea.

DANTE: UOMO CONTEMPORANEO

Quanto è attuale Dante? «Il Poeta e la Commedia sono nostri contemporanei – risponde de Santis –. Pensiamo all’inizio dell’Inferno: esprime quei sentimenti di solitudine e paura che accompagnano l’uomo di oggi. Guardiamo alla figura di Ulisse, alla sete di conoscenza che lo travolge fino a sfidare la sua stessa intelligenza. O Virgilio, simbolo di una ragione che esprime la sapienza dell’uomo di ogni tempo». «Dante dice all’uomo che non può bastare a se stesso – conclude don Negrini – ma deve aprirsi a un trascendente che lo supera. Dante ci richiama alla figura dell’homo viator, in cammino con le sue scelte e responsabilità, accompagnato dalla Bellezza, con la “B” maiuscola, che è poi un altro modo per chiama Dio». La “lectura Dantis”, in un percorso che sarà anche sensoriale, si completerà con un allestimento floreale di rose bianche, il cui profumo delicato permetterà un’esperienza non solo uditiva e visiva, ma anche olfattiva.

LA LETTERA APOSTOLICA DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco, lo scorso 25 marzo, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, ha pubblicato una lettera apostolica dal titolo “Candor Lucis Aeternae”. Il Pontefice, dopo aver ricordato i papi che, prima di lui, hanno guardato e parlato della figura del sommo poeta, definisce Dante profeta di speranza e cantore del desiderio umano. Ma anche “poeta della misericordia di Dio e della libertà umana”. «Dante – scrive papa Francesco – si fa paladino della dignità di ogni essere umano e della libertà come condizione fondamentale sia delle scelte di vita sia della stessa fede. Il destino eterno dell’uomo – suggerisce Dante narrandoci le storie di tanti personaggi, illustri o poco conosciuti – dipende dalle sue scelte, dalla sua libertà: anche i gesti quotidiani e apparentemente insignificanti hanno una portata che va oltre il tempo, sono proiettati nella dimensione eterna. Il sommo poeta, per il Papa, è quanto mai attuale: «Dante non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità. Il viaggio di Dante e la sua visione della vita oltre la morte non sono semplicemente oggetto di una narrazione, non costituiscono soltanto un evento personale, seppur eccezionale».