La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre, è un appuntamento importante, che offre l’occasione per ricordarci che la violenza di genere è una piaga che ancora oggi sanguina. Nonostante tanti i passi avanti compiuti, anche sul fronte legislativo. Eppure, tante sono le donne ancora oggi vittime, ogni giorno, di abusi, discriminazioni, provocazioni, da parte di mariti, compagni, amici, fratelli… Una forma di violenza subdola e vigliacca che attraversa, indistintamente, ogni classe sociale, che incasella la donna dentro una mera logica di possesso, sottomissione, oggetto.

Sono i numeri di Telefono Donna a confermare che, purtroppo, la strada è ancora lunga perché si arrivi a contenere il fenomeno. Dal 1991 ad oggi sono state alcune migliaia le donne che hanno contattato il Centro Antiviolenza. Guardando i dati dell’ultimo biennio nel 2019 i contatti sono stati 229, di cui nuovi accessi 194 donne, 177 con figli. Nel 2020 i contatti sono stati 211, di cui nuovi accessi 186, di cui 170 con figli. Tra le forme di violenza a prevalere è quella psicologica, seguita da quella fisica, economica, sessuale e stalking. A prevalere, tra gli autori della violenza, è il partner. L’età media delle donne seguite da Telefono donna è in genere la fascia 40-49 anni, seguita dalla fascia 50-59.

Rispetto al primo semestre 2021 le donne entrate in contatto con Telefono Donna (nuovi casi) sono state 110, 21 quelle che avevano già iniziato un percorso con il centro in passato e l’anno proseguito anche nel 2021. La fascia d’età più rappresentativa delle donne seguite nei primi sei mesi di quest’anno è quella tra i 45 e i 54 anni, la prevalenza è italiana. Rispetto alla condizione lavorativa 40 donne risultano occupate, 35 disoccupate, da segnalare, tra le donne seguite, anche la presenza di 4 studentesse. 67 le donne con figli minorenni. Il maltrattante si conferma, anche in questo caso, nella maggior parte dei casi il marito, ma anche il convivente, l’ex marito/ ex convivente / ex fidanzato e parente/padre/madre/figlio/fratello/sorella. La violenza che prevale è sempre quella psicologica, seguita da quella fisica, economica, sessuale e stalking.

Come ogni anno sono numerose le realtà parte della Rete antiviolenza della provincia di Como che si sono attivate con iniziative diverse per sensibilizzare al tema. Ne elenchiamo alcune QUI.

Attenzione: tutti gli eventi, ad eccezione degli appuntamenti online e della mostra presso la Biblioteca di Como, hanno già raggiunto la capienza massima.

Anche la Questura di Como parteciperà con alcune iniziative. Personale della Polizia di Stato e, più precisamente, il dirigente della divisione Anticrimine – dott.ssa Ilaria M. Serpi, parteciperà in qualità di relatore ai seguenti incontri:

– il 23 novembre dalle 18.30 alle 20.00 l’ospedale Valduce di Como come membro del Network Bollini Rosa di Onda e con il patrocinio dell’ordine dei Medici di Como, ha organizzato con la Polizia di Stato, un incontro online dal titolo “Questo non è amore” ove ha preso parte anche una rappresentante dell’associazione Telefono Donna di Como.

– il 24 novembre è stato organizzato un incontro con una classe quinta del Liceo Statale “Enrico Fermi” di Cantù (CO).

– il 25 novembre dalle 14.00 alle 16.30 la Camera di Commercio di Como-Lecco ha programmato un incontro di sensibilizzazione sul tema dal titolo “Facciamo rete contro la violenza”.

Infine, nella stessa giornata, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore”, sarà presente a Como in Largo Miglio, dalle 10.00 alle 16.00, il camper della Polizia di Stato ove, operatori specializzati, in collaborazione con personale della sezione di Como del “Telefono Donna”, forniranno informazioni e consigli utili avvalendosi anche di specifico materiale informativo.

A seguire, dalle ore 17.30, la facciata della Questura di Como si illuminerà di arancione, per l’iniziativa promossa da Soroptimist International che sostiene la campagna “Orange the World” promossa da UN Women, ente delle Nazioni Unite, impegnato nella lotta contro qualsiasi discriminazione e violenza nei confronti delle donne. La scelta del colore è stata adottata da Soroptimist come simbolo della campagna di comunicazione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza contro le donne.

Anche le Acli di Como lanciano un appello contro la violenza a firma della presidente Marina Consonno, che trovate QUI.