Don Filippo Macchi, missionario fidei donum in Mozambico, è stato tra i primi a raggiungere la parrocchia di Chipene, nella diocesi di Nacala, attaccata nella tarda serata di martedì 6 settembre da un gruppo di miliziani. Un assalto che è costato la vita a suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, originaria della Diocesi di Vittorio Veneto. Don Lorenzo Barro e don Loris Vignandel, missionari fidei donum della Diocesi di Concordia-Pordenone, residenti nella missione di Chipene, sono riusciti a mettersi in salvo. Con loro anche le consorelle di suor Maria.

Abbiamo raggiunto telefonicamente don Filippo Macchi che ci ha affidato queste parole:

La parrocchia di Chipene, dove c’è stato l’attacco terroristico, è stata la prima realtà ad accogliermi quando sono arrivato in Mozambico. Ho passato quattro mesi lì, fino a marzo, e ho conosciuto bene le quattro suore e i due preti della comunità. Adesso io sono a Namapa , cittadina a settanta chilometri da lì. Martedì sera c’erano voci incontrollate, purtroppo tanta gente stava scappando dai villaggi di quella zona senza un motivo preciso. L’unico modo per avere informazioni era andare sul posto, noi eravamo relativamente più vicino e siamo andati in tre preti. Arrivati lì, abbiamo visto la distruzione fatta durante la notte e abbiamo portato via il corpo di suor Maria, gli altri missionari e alcune ragazze che vivono nella missione.
Ero molto affezionato a suor Maria. Nonostante gli acciacchi dovuti all’età, era felicissima di tornare nella missione rurale che lei aveva avviato negli anni sessanta. Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa è successo. La stampa ha già chiarito i fatti, ci ha impressionato che siano stati dei ragazzi neanche maggiorenni a fare questo, dichiarando esplicitamente che il motivo era l’odio religioso. Hanno bruciato tutte le strutture della missione: per loro sarà dura ricominciare, per la gente sarà ancora più difficile tornare e riprendere un ritmo di vita normale.

Come si vede da queste immagini, pubblicate dal Centro missionario di Concordia Pordenone, la missione di Chipene è stata completamente distrutta.

Proprio lo scorso anno, all’interno della Quaresima di Fraternità, la diocesi di Como aveva contribuito alla realizzazione di alcune opere , tra cui una recinzione, per mettere in sicurezza i Lar (studentati per ragazzi e ragazze residenti nella missione). Opere che purtroppo poco hanno potuto contro la folle violenza del gruppo.