«Oggi, più che in passato, la Società e la Chiesa hanno bisogno di persone competenti e coraggiose, in una cordiale collaborazione, nel rispetto delle competenze, capaci di liberare speranza e sogni», radicati in una tradizione capace di far «avanzare verso situazioni inedite, con coraggio, positività e mediante un confronto sincero, leale e coraggioso». Con queste parole il vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni, si è rivolto al Consiglio comunale del capoluogo lariano nel pomeriggio del 12 settembre, invitato dal presidente dell’assise di Palazzo Cernezzi, Fulvio Anzaldo, a portare un suo indirizzo di saluto dopo aver ricevuto la porpora cardinalizia lo scorso 27 agosto. Presente tutta la giunta, con il sindaco Alessandro Rapinese, e la totalità dei consiglieri.

«La città di Como – ha osservato il cardinale – si è sentita onorata e commossa per essere riconosciuta e valorizzata davanti al mondo e sono grato per i sentimenti di stima e affetto che tutti mi hanno riservato». Il Vescovo Cantoni ha quindi ribadito come «il cardinalato sia una realtà da condividere, un impegno esigente e responsabile da affrontare insieme, con una coerente immagine di città moderna, che riconosce le sue potenzialità e quelle dei singoli cittadini». Ci sono le «sfide dell’essere una città di confine nel cuore d’Europa, che sa affrontare i problemi reali che coinvolgono e determinano non solo il presente, ma anche il futuro». Allargando lo sguardo alla speranza di una pace duratura «che non umilii nessuno», il cardinale Cantoni ha evidenziato che «la società e il mondo della cultura invocano una gestione “alta” della politica». A tutti i livelli, civili ed ecclesiali, ciascuno «è chiamato a portare responsabilmente il proprio mattone per costruire insieme la casa comune, affrontare i problemi con lungimiranza, nel rispetto delle diversità».

In chiusura una richiesta agli amministratori: «Non valgono soluzioni facili, che appoggiano interessi immediati di gruppo e suscitano facili consensi». È necessario «aprirsi a prospettive realistiche, fondate sul bene comune, sentendosi responsabili non solo dei problemi dell’oggi, ma anche di quelli che possono riguardare quanti verranno dopo di noi». Nell’augurare un confronto schietto, rispettoso delle parti e lungimirante, il Vescovo di Como ha ribadito l’invito a essere «sentinelle che additano traguardi faticosi, ma significativi e duraturi». Una domanda valida per tutti: «quale immagine di società, quale immagine di città, quali scelte positive stiamo preparando per le future generazioni?». Clicca qui per il testo integrale dell’intervento del cardinale Cantoni.