Sono state oltre mille – 1.042 per l’esattezza – le persone transitate dalla mensa di solidarietà di Casa Nazareth dall’inizio di quest’anno. Per ciascuno di loro, oltre a un pasto caldo – in totale ne sono stati servizi ben 41.759 – non sono mai mancati una parola e un sorriso da parte dei sette operatori e degli oltre 250 volontari che rendono il servizio possibile 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Se guardiamo al dato complessivo, dall’apertura avvenuta il 7 gennaio 2021, i numeri sono ancora più importanti: oltre novantamila pasti servizi, 85.823 quelli conteggiati dall’entrata in vigore del nuovo sistema di monitoraggio (avvenuto il 15 marzo 2021, due mesi dopo l’avvio della mensa) per un totale di 1.725 persone accolte almeno una volta. 

Numeri importanti che non sarebbero possibili senza un lavoro di squadra che vede operare fianco a fianco la Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus, ente responsabile della struttura, la Casa della Missione di Como (Missionari Vincenziani), la Casa Vincenziana ODV, le Suore Guanelliane Figlie di Santa Maria della Provvidenza e l’Associazione Incroci ODV.

da sinistra: padre Francesco Gonella (missionari vincenziani), Antonella Bellandi (Casa Vincenziana ODV), Massimiliano Cossa (Fondazione Caritas), Chiara Rusconi (Ass. Incroci), suor Maria (suore Guanelliane)

«Casa Nazareth – afferma Massimiliano Cossa, direttore della Fondazione Caritas – nasce come progetto condiviso e soltanto in questa forma può pensare di poter sostenersi. Non mi riferisco solo ai soggetti che fanno parte del comitato di gestione, ma anche a realtà “esterne” che possono dare un contributo decisivo per garantirne la sostenibilità. Penso, solo per fare un esempio, all’agenzia Visionova che ha messo a disposizione di Casa Nazareth le proprie competenze donando un nuovo sito Internet dedicato e un video promozionale. L’auspicio è che altri possano seguire questo esempio».

Il tema della sostenibilità di una struttura come Casa Nazareth è oggi più che mai centrale: il costo per permetterne il funzionamento (comprendente personale, utenze, cibo) è di circa 200 mila euro all’anno. In questi primi due anni la quota principale dei costi – compresi i lavori di ristrutturazione necessari all’apertura e il rifacimento della cucina – sono stati coperti da un progetto finanziato da Caritas Italiana con fondi provenienti dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica. «Come era previsto – precisa Cossa – questa progettualità, legata al lancio della mensa, si è conclusa e sta ora a noi garantire la copertura economica del servizio. Per questo chiediamo il sostegno da parte di tutti. Attraverso il nuovo sito Internet ogni persona potrà facilmente donare e dare il proprio aiuto al prosieguo del progetto: per donare un pasto bastano 4 euro!».

Obiettivo della campagna non sarà però soltanto quello di raccogliere fondi, bensì di far conoscere sempre più il servizio alla cittadinanza e favorire il coinvolgimento di nuovi volontari. 

«Il servizio a pranzo e a cena a Casa Nazareth è garantito da circa 250 volontari che si alternano organizzati in turni – spiega Chiara Rusconi, presidente dell’associazione Incroci -. Il nostro servizio, oltre a soddisfare un bene primario, quello del cibo, è concentrato sui nostri ospiti e le loro necessità. La relazione è la parola chiave intorno alla quale ruota il nostro agire e il nostro mettersi in gioco: perché ogni volontario, oltre al proprio tempo, ha sempre qualcosa da donare e qualcosa da ricevere. Non mi piace dire fare il volontario ma piuttosto essere volontario; essere quindi esprime la nostra parte migliore, mettendo a disposizione le nostre capacità, nell’aprirsi all’altro, nell’accoglienza, nell’ascolto, nel dialogo e nell’incontro».

Visitando il sito www.casa-nazareth.it è possibile sostenere economicamente la mensa e dare la propria disponibilità, attraverso un form dedicato, a diventare volontari.