Lo scorso giovedì 20 aprile è stata inaugurata ufficialmente la nuova Casa dell’accoglienza di Prata Camportaccio, dedicata a don Anacleto Pegorari, storico parroco di Sant’Eusebio scomparso nel novembre scorso. Al taglio del nastro, accanto al parroco, monsignor Andrea Caelli, erano presenti proprio le sorelle di don Anacleto.

La Casa dell’accoglienza don Anacleto occupa l’edificio dell’ex canonica da molti anni inutilizzato e inagibile. La ristrutturazione – costata poco più di 300 mila euro – ha permesso di realizzare quattro nuovi appartamenti in grado di ospitare fino a dieci persone che saranno destinati a un’accoglienza di tipo “leggero”, ovvero per persone che si trovano senza un alloggio a causa di difficoltà economiche e sociali, potenzialmente risolvibili nell’arco di alcuni mesi. Motore dell’iniziativa è stata la stessa comunità parrocchiale in sinergia con Caritas Valchiavenna e il sostegno della Caritas diocesana.

Per quanto riguarda la gestione della struttura è stato sottoscritto un protocollo di intesa tra parrocchia di Sant’Eusebio, Caritas Valchiavenna, Fondazione Suor Maria Laura (FSML) onlus e il benefattore che ha contribuito in modo sostanziale alla realizzazione del progetto. Il protocollo ha previsto la cessione dell’immobile da parte della parrocchia alla FSML in comodato gratuito per cinquant’anni. La fondazione si è impegnata a gestire come soggetto giuridico la struttura di accoglienza, delegando formalmente la gestione a Caritas Valchiavenna. Il protocollo specifica nel dettaglio i criteri di individuazione degli ospiti, che saranno scelti da parte di un comitato di gestione, formato da un esponente di FSML, da un esponente della Caritas Valchiavenna, dal parroco di Sant’Eusebio, da un esponente della comunità parrocchiale di Prata e dal benefattore (o da persona da lui delegata).

Don Anacleto ha creduto fin da subito nell’importanza di questo progetto e lo ho sostenuto con dedizione fino all’ultimo. A tal punto che la comunità di Prata, d’accordo con tutti gli enti promotori, ha deciso di intitolare a lui la nuova struttura, con la certezza che i suoi 62 anni di impegno operoso e instancabile in parrocchia siano per noi uno stimolo ad essere sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà.