«Vorrei che la mia benedizione scendesse certamente su voi qui presenti, ma anche sulle vostre famiglie e su tutto il personale di questa Casa circondariale, perché il Santo Natale che abbiamo avuto la grazia di celebrare insieme, con un po’ di anticipo, porti a ciascuno abbondante serenità e l’incoraggiamento a vivere bene la propria vita, per poter ricominciare, sempre, con speranza». Con queste parole il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, ha concluso la Messa celebrata questa mattina, 23 dicembre, alla Casa circondariale del Bassone. Con il Vescovo hanno concelebrato, fra gli altri, il cappellano del carcere, fra Zeno Carcerieri, il parroco della comunità pastorale di Albate-Muggiò, don Giovanni Corradini, e don Alberto Erba, docente del Seminario Vescovile e volontario per l’animazione spirituale del carcere. Ad accogliere il cardinale c’erano il direttore della Casa circondariale, Fabrizio Rinaldi, il prefetto di Como, Andrea Polichetti, e i comandanti delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco). Presenti, in rappresentanza del Comune di Como, la vice-sindaco Nicoletta Roperto, il presidente del Consiglio comunale Fulvio Anzaldo; per l’Ente Provincia era presente il presidente Fiorenzo Bongiasca. Ad accompagnare il Vescovo il direttore della Caritas della diocesi di Como, Rossano Breda, e il vice-direttore, il diacono permanente Giuseppe Menafra.

Una presenza «importante e preziosa quella del cardinale», ha ricordato il direttore del carcere Rinaldi. Una visita giunta a due settimane dalla rivolta in una delle sezioni maschili del Bassone, una protesta che ha visto detenuti e agenti della polizia penitenziaria feriti e intossicati dall’incendio appiccato dai soggetti più aggressivi. Quello del Bassone, lo dicono le statistiche nazionali, è il carcere con il maggior indice di sovraffollamento in Lombardia: presenze doppie rispetto a una capienza di poco più di 200 persone e ieri, proprio mentre il cardinale lasciava l’istituto di pena, erano in ingresso ulteriori detenuti, trasferiti da Milano. «Vogliamo pregare per il personale, perché sappiamo che avere a che fare con noi non è semplice: siamo difficili, arrabbiati, testardi», così ha detto un giovane nelle invocazioni della Messa.

«Viviamo un tempo complicato, che ci spaventa e angoscia – ha detto il Vescovo Cantoni rivolgendosi ai presenti alla Messa –. Siamo tutti in cerca pace, il mondo è alla ricerca di pace, nel mondo si contano 59 conflitti… ma si pensa che per ottenerla, la pace, servano azioni forti. Vorrei che ciascuno di noi potesse sperimentare che cosa può accadere se sappiamo aprire e donare il nostro cuore». La pace è anche liberarsi «dall’intolleranza, dalla violenza, non soltanto quella agita, ma anche quella fatta di parole taglienti e di gesti che umiliano e offendono il prossimo». E ancora: «vi auguro che questo Natale vi insegni a fare il bene, perché non basta astenersi dal fare il male… occorre imparare a farsi vicini alle sofferenze degli altri». Qui di seguito potete seguire il video integrale dell’omelia del cardinale Cantoni.

E fare il bene significa anche riprendere in mano le redini della propria vita… «Siamo certi che il 2024 sarà un anno migliore di quello che si sta chiudendo – è il pensiero del direttore Rinaldi –. Stiamo terminando interventi, ristrutturazioni, novità che permetteranno di attuare quei progetti tanto necessari al reinserimento dopo la detenzione, perché veramente ciascuno, una volta uscito da qui, possa essere una persona migliore, diversa».

Un principio che ha sempre animato l’attività pastorale di don Roberto Malgesini, il sacerdote “degli ultimi” ucciso tre anni fa da uno degli emarginati che aveva sempre aiutato. La sua immagine, con le braccia allargate verso l’assemblea, da Natale 2020 è posta ai piedi dell’altare, dove tante volte aveva celebrato la Messa con e per i detenuti. «Vogliamo ricordare don Roberto e tutto il bene che ha sempre fatto per tutti – ci ha detto fra Zeno –. Quest’anno il suo volto è qui, accanto al presepe e lo abbiamo fatto per sottolineare un anniversario importante per noi francescani, gli 800 anni dalla prima natività rappresentata da san Francesco a Greccio». Una circostanza celebrata con una lettera commemorativa illustrata che fra Carcerieri ha donato a tutti i detenuti.