Dieci anni fa, alla vigilia dell’Epifania, moriva don Gianbattista Levi, per tutti «don Titino». Il 24 luglio avrebbe compiuto 93 anni. Benché fosse da tempo «in riposo», ospite della parrocchia di San Giuliano a Como, la notizia della sua morte fu una frustata di emozioni e di ricordi nell’unica parrocchia che lo aveva visto parroco: la parrocchia di Prestino. Comunità che don Titino stesso aveva fondato nel 1963, su mandato del vescovo Bonomini, rimanendovi quindi come parroco per oltre quarant’anni. La nuova parrocchia era sorta nella cinta suburbana di Como, di recente edificazione, dove prati e boschi avevano lentamente ceduto il posto ai primi insediamenti di edilizia popolare, destinati soprattutto ai lavoratori (ferrovieri e postali in primis) risaliti dal Mezzogiorno d’Italia negli anni del miracolo economico. Un quartiere popolare, zeppo di famiglie giovani con tantissimi bambini, simile a quei germogli di primavera che, ai primi acquazzoni e al tepore dell’estate incipiente, prorompono di vita esuberante. A quel popolo con poche radici, e con tutti i problemi tipici del benessere avanzante (come la piaga della tossicodipendenza), si trattava di dare un’identità, un’appartenenza, un’educazione cristiana e civile al contempo. Don Titino si gettò anima e corpo nell’impresa, riversandovi i talenti che aveva precedentemente affinato nella sua giovinezza sacerdotale: l’oculatezza e l’acribia amministrativa, frutto di tanti anni di servizio presso l’Ufficio amministrativo della Curia, e che gli consentì nel giro di un decennio di edificare dal nulla una nuova chiesa, ripianando diligentemente ogni debito; la passione per la cultura e per lo studio, messa a fuoco negli anni di insegnamento soprattutto al Caio Plinio Secondo; e soprattutto il carisma dello scautismo cattolico, che don Titino aveva prima conosciuto nelle sue frequentazioni milanesi dell’allora ASCI (a contatto con l’indimenticabile don Ghetti, detto il «Baden») e poi vissuto nella città di Como attraverso il gruppo Como 1 (di cui ricorre proprio quest’anno l’ottantesimo di fondazione).
Proprio il connubio fra scautismo e parrocchia fu il tratto distintivo della nuova realtà di Prestino, un tratto che continua oggi ancora che questa parrocchia è entrata nella nuova fase di «comunità pastorale» con la limitrofa Breccia. I tantissimi giovani e ragazzi del quartiere – alcuni dei quali «reclutati» anche dal Caio Plinio, e che a Prestino finirono poi per mettere su casa e famiglia – trovarono nella proposta scout una palestra solida e sana di educazione e di crescita. «Gemmando», per così dire, la neonata comunità parrocchiale, cresciuta respirando a pieni polmoni l’aria nuova (o la «parlata nuova», come dice il libro della giungla) del Concilio Vaticano II. E’ così che un prete di per sé molto all’antica, saldissimo nella grande tradizione cattolica e non privo di tratti burberi e spigolosi del carattere, si è trovato a pilotare, e prima ancora a ideare, una delle più innovative e meglio riuscite esperienze ecclesiali del post-concilio. Non senza uno sguardo, una sensibilità e un’apertura all’intera comunità diocesana, frutto anche questa della lunga militanza curiale di don Titino. Che lo portarono ad essere co-fondatore del nostro Settimanale diocesano, sorto come cooperativa editoriale sulle ceneri del fallimento del quotidiano cattolico L’Ordine. Don Titino fu, fino al giorno della sua morte, presidente della nostra cooperativa. Ruolo amministrativo ma non solo, condensato in tanti, amabili «consigli» dispensati ai vari direttori succedutisi a capo della redazione. Un motivo in più, per il nostro giornale, per rinverdirne la memoria e rinnovare il ringraziamento per un prete santo, graffiante, talvolta scomodo, archetipo del «parroco badilante», sapido artigiano di educazione e totalmente innamorato dei suoi ragazzi.
Venerdì 5 gennaio, alle ore 18.00, presso la parrocchia di Prestino verrà celebrata la santa Messa con la comunità, dedicandola a don Titino nel decimo anniversario del suo ritorno alla Casa del Padre.
A seguire, ci si sposterà nel salone Don Bosco, dove verrà proiettato il video “A Dio piacendo”. Sarà anche l’occasione per presentare i nuovi progetti della Casa Scout Don Titino per questo “decennale” e scambiarsi gli auguri per un anno nuovo.