Domenica 24 luglio don Titino Levi avrebbe compiuto cento anni. Nato nel 1922, il sacerdote fondatore dello scoutismo cattolico a Como e primo parroco di Prestino, si è spento il giorno dell’Epifania del 2014, ma la sua memoria è ancora molto viva nei suoi parrocchiani e nei suoi vecchi scout, molti dei quali ormai genitori e nonni.

In suo ricordo è stata fondata la Casa Scout Don Titino sulla Spina Verde (ex Baita Elisa), luogo di incontro e di educazione per ragazzi e giovani, secondo quella che è sempre stata la «mission» del sacerdote valchiavennasco.

L’Associazione che gestisce la casa sta preparando anche un cortometraggio, che sarà reso presto disponibile e che ripercorre gli anni della fondazione della parrocchia di Prestino e del Gruppo Scout Como 3° nel territorio dell’omonimo quartiere periferico di Como. Un territorio segnato dalle grandi promesse e dalle profonde contraddizioni del nascente boom economico, che don Titino ha saputo interpretare con grande cuore e intelligenza di pastore e di educatore delle giovani generazioni.

Don Titino verrà commemorato nella messa parrocchiale di Prestino domenica 24 alle ore 9.00. Un’occasione per mantenere vivo il ricordo e la lezione di questo sacerdote che ha lasciato un segno indelebile nella vita di molte persone e famiglie.

Così lo ricorda il direttore de il Settimanale della Diocesi di Como (di cui don Titino è stato socio fondatore nel 1977) nell’editoriale a lui dedicato sull’ultimo numero, prendendo a prestito l’immagine simbolica della giostra a seggiolini e catene:

«Don Titino è stato per tantissimi giovani come una giostra a catene. Capace cioè, da una parte, di far loro assaporare il brivido della libertà, la sfida della vita, l’avventura della responsabilità, la passione del costruire; ma ponendosi anche, dall’altra parte, come perno saldissimo e baluardo di sicurezza, con quel suo granitico ancoraggio alla parola di Dio, alla dottrina cattolica, alla tradizione della Chiesa. Libertà e Verità, seggiolino che volteggia e perno che sorregge: cos’altro serve ai giovani di oggi e di sempre? La Verità che non è sabbia ma terreno solido, indispensabile da mettere sotto i piedi di chiunque nella vita voglia imparare a camminare, e magari anche a correre. La Libertà che è l’enorme sfida e l’eterno ingaggio del Dio Amore, e di chiunque abbia passione per l’uomo. Guai se la Verità cedesse. Guai se chiudessimo al rischio della Libertà. Lo ha detto papa Francesco ai gesuiti di Civiltà Cattolica: «il lavoro coi giovani non funziona con incontri di studio. Dobbiamo farli andare avanti con ideali concreti, opere, percorsi. I giovani trovano la loro ragione d’essere lungo la strada, mai in modo statico. Qualcuno di noi può essere titubante, perché vede i giovani senza fede, dice che non sono in grazia di Dio. Ma lasciate che se ne occupi Dio! Il vostro compito sia quello di metterli in cammino». Don Titino sottoscriverebbe».