Le festività natalizie sono appena finite e già è tempo di guardare al proseguo del cammino liturgico che ci attende. Tra poco più di un mese, il 14 febbraio, avrà inizio il cammino della Quaresima e, come ormai da tradizione, il Centro missionario diocesano sta predisponendo il sussidio proposto alle comunità, ai gruppi e alle famiglie della Diocesi di Como. Abbiamo chiesto a don Alberto Pini, direttore del Centro missionario di raccontarci quali sono le novità previste per l’edizione di quest’anno.

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Partiamo dal titolo “Guarderanno verso colui che hanno trafitto”. Perché questa scelta di insistere sullo sguardo e verso dove o chi siamo invitati a guardare?
«La scelta di proporre questo titolo è scaturita innanzitutto da un desiderio di continuità tematica con quanto proposto alla nostra diocesi per vivere il tempo liturgico dell’Avvento e del Natale: “Andiamo a vedere…e lasciamoci guardare”. Ritrovandoci lo scorso mese di luglio, come ogni anno, con alcuni direttori e collaboratori degli Uffici pastorali diocesani, questa continuità è stata pensata e pianificata insieme “spalmandola” appunto su più tempi liturgici. Confrontandoci, è emerso con chiarezza che, proprio perché guardati dall’amore di un Dio che si è fatto bambino per noi, siamo condotti da Lui, senza distogliere il nostro sguardo da Lui, a saper guardare con amore ad ogni vita, prendendocene cura. Il giorno dell’Epifania papa Francesco, rivolgendosi a quanti stavano partecipando alla preghiera dell’Angelus, ha detto: “Se staremo davanti a Gesù bambino e in compagnia dei bambini impareremo a stupirci e ripartiremo più semplici e migliori, come i Magi. E sapremo avere sguardi nuovi, sguardi creativi di fronte ai problemi del mondo.” Trovo nelle parole di papa Francesco una sintesi bellissima del nostro percorso. Ci piacerebbe – parlo a nome di ogni persona che ha dato il suo contributo alla stesura dei due sussidi – che questa continuità non restasse soltanto a livello di progetto o di idea, ma che venisse colta da tutti e che si traducesse in un itinerario di fede capace di generare sguardi simili a quelli di Gesù: pieni di misericordia e mai giudicanti».

Ci spieghi quale sarà la struttura del libretto: quali conferme e quali novità?
«Il libretto pensato per la Quaresima 2024 pur confermando l’impostazione degli anni precedenti, ovvero la possibilità di leggere ogni giorno una riflessione scritta dai nostri missionari, delle attività pensate per i più piccoli, uno schema di Via Crucis, ecc. introduce non poche novità: una scheda settimanale per la preghiera in famiglia con la proposta di un gesto di conversione da vivere insieme collegata ad una riflessione scritta dai nostri sacerdoti Fidei donum; la possibilità di conoscere come i progetti finanziati totalmente o in parte con le offerte raccolte lo scorso anno nelle comunità della diocesi e tra i privati e consegnati al Centro missionario sono stati realizzati e soprattutto il bene apportato alle persone per le quali abbiamo voluto attivarci, destinatari dei progetti; e altro ancora…

Nel nuovo sussidio ci sarà anche spazio per le interviste ad alcuni giovani che vivono esperienze missionarie. Perché questa scelta?
«Non sono pochi i giovani che in questi anni sono partiti dai territori della nostra diocesi per vivere una esperienza di volontariato affiancandosi ad alcuni missionari o a delle organizzazioni volte al sostegno di alcune popolazioni e alla loro promozione umana oltre alla realizzazione di alcuni progetti pensati per migliorarne le condizioni di vita. Alcuni di questi giovani sono rientrati da poco in Italia, altri sono tutt’ora all’estero. Ad entrambi abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa dello sguardo che loro hanno sulla Chiesa in genere e su quella che hanno incontrato in quelle terre e per la quale si stanno impegnando o si sono impegnati, dedicando un periodo della loro vita. Uno sguardo, il loro, capace di cogliere con la concretezza tipica della loro età anche i tratti di profezia incontrati e che sono poi le strade sulle quali una volta rientrati a casa desiderano continuare a camminare con e nelle loro comunità».

Perché pensi che sia importante che uno strumento di questo tipo raggiunga più persone possibili nella nostra diocesi?
«L’etimologia del termine strumento si ricava dalla parola latina “instruere”: costruire, fabbricare. Come a dire che lo strumento è un mezzo sempre utile, alle volte anche molto semplice, per arrivare a costruire qualcosa di grande e di bello. Come pensare di costruire una casa, ad esempio, senza un semplice martello o qualche chiodo? Senza pretese, dunque, offriamo anche quest’anno a tutti il sussidio con la convinzione e non la presunzione che potrà anche quest’anno essere di aiuto a quanti vorranno prepararsi alla Pasqua guardando a Gesù e ad ogni persona che oggi, più di altre vive la situazione di essere un Crocifisso. Ma per stare davanti a Lui e a Loro è necessario uscire e iniziare un viaggio: ecco il perché di una copertina non così scontata per coinvolgere molti nel cammino quaresimale, proposto come ogni anno dall’Ufficio diocesano per la pastorale missionaria».