«Non posso fare a meno di ricordare la beatificazione di suor Maria Laura Mainetti a Chiavenna nell’anno 2021. Come pure del beato Teresio Olivelli, nativo di Bellagio, avvenuta nel 2018. Lodo il Signore anche per la canonizzazione del vescovo Giovanni Battista Scalabrini, nell’ottobre 2022, nativo di Fino Mornasco. Fresco di beatificazione il comboniano padre Giuseppe Ambrosoli, di Ronago, a novembre 2022. Alla schiera di questi nostri fratelli si stanno per aggiungere, in un futuro ormai prossimo, fratel Giosuè Dei Cas, missionario comboniano di Valdisotto, e il giovane Giulio Rocca, di Isolaccia, in Valtellina, e il nostro caro don Roberto Malgesini, martire della carità, ucciso nel 2020 da un suo assistito». Questa la schiera dei “santi della porta accanto” ricordati dal Vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, nell’omelia della Messa celebrata mercoledì 1° maggio nella basilica del SS. Crocifisso, nella sessione di apertura del processo di beatificazione e canonizzazione di don Stefano Gobbi, sacerdote della Compagnia di San Paolo, nativo di Dongo (sull’Alto Lago di Como), animatore del Movimento Sacerdotale Mariano e del Movimento Mariano (dallo scorso febbraio, con la revisione dello statuto, riuniti in un’unica realtà). Una santità vicina, nata e coltivata nella Chiesa di Como.
L’apertura della fase diocesana del processo di beatificazione di don Stefano Gobbi ha visto una partecipazione ampia e sentita di decine di fedeli, in presenza e collegati in diretta streaming. La celebrazione si è aperta con l’esposizione del Santissimo e la recita del Rosario.
Il momento ufficiale di apertura della sessione, con la presidenza del cardinale Cantoni e il coordinamento del cancelliere monsignor Marco Nogara, ha visto la presentazione del “libello”, ovvero il documento che riassume la vita del candidato. Il postulatore della causa di don Gobbi, l’avvocato Emilio Artiglieri, ha letto un’articolata presentazione. Qui il testo completo: LIBELLO_DON_GOBBI. A seguire il giuramento e le firme dei componenti la commissione che ascolterà i testimoni e valuterà i documenti. Quale delegato vescovile è stato nominato don Alberto Dolcini. Assenti giustificati il Promotore di Giustizia, don Marcelo Jose da Silva Sampaio e il Notaio Attuario, d.ssa Giusi Corbetta.
Don Stefano «È stato un padre per noi, sacerdoti e fedeli, da cui abbiamo imparato cosa voglia dire amare la Chiesa e vivere per lei, soffrire e offrirsi per lei… ad offrire la propria testimonianza e la propria vita pur di essere fedeli al Vangelo e alla Dottrina della Chiesa, ad amare l’Eucaristia e la preghiera», è stata la riflessione di don Luca Pescatori, referente del Movimento Sacerdotale Mariano. «Don Stefano – ha aggiunto – educava testimoniando e pregando… soprattutto con quei cenacoli che gli sono stati chiesti proprio 50 anni fa, nel 1974, e che lui ha diffuso in tutto il mondo… i cenacoli nei quali si prega con la Madonna per la Chiesa e per il mondo e ci si consacra al Suo Cuore Immacolato perché esso possa trionfare nei nostri cuori e in tutta la Chiesa, e noi possiamo essere parte attiva di questa Sua opera materna in questo tempo. Un tempo difficile, questo, don Stefano lo sottolineava sempre, in cui si manifesta con forza la misericordia di Dio anche attraverso l’opera materna della Madonna, e lui cercava di esserne un segno, perché chi si era allontanato da Dio potesse esserne riconquistato, e non perdersi».