Sabato 11 gennaio, intervenendo all’Assemblea degli operatori pastorali nell’ambito della Visita al Vicariato di Como centro, il Vescovo, cardinale Oscar Cantoni, ha condiviso un augurio che aveva già espresso in altre occasioni. «Una vasta eco e una forte risonanza hanno suscitato e continuano a suscitare l’uccisione di don Roberto Malgesini – così inizia il nono punto dell’articolata relazione del cardinale Cantoni –, la cui fama si è protratta di anno in anno, fin dal giorno della sua morte, il 15 settembre 2020. Credo che siano sufficienti le premesse per poter incominciare il processo canonico per una sua beatificazione, ora che stanno per scadere i tempi previsti oltre i quali è consentito iniziare il processo di beatificazione». Ovvero i cinque anni dalla morte. 

Come afferma il Dicastero per le Cause dei Santi, «La Causa di beatificazione e canonizzazione riguarda un fedele cattolico che in vita, in morte e dopo morte ha goduto fama di santità o di martirio o di offerta della vita. Per l’inizio di una Causa di beatificazione è sempre necessaria la “fama di santità” della persona, ovvero l’opinione comune della gente secondo cui la sua vita è stata integra, ricca di virtù cristiane. Questa fama deve durare e può ingrandirsi. Quelli che hanno conosciuto la persona parlano dell’esemplarità della sua vita, della sua influenza positiva, della sua fecondità apostolica, della sua morte edificante». A questo proposito, il Vescovo Oscar ha spiegato che il Dicastero ribadisce l’importanza della continuità e attualità della testimonianza di vita: «penso che questo sia un aspetto concreto e tangibile per quanto riguarda don Roberto. Quello che ha fatto non è solo un ricordo, ma continua attraverso le persone che lo hanno conosciuto e anche quelle che non lo hanno conosciuto, credenti e non credenti». Da qui l’importanza di raccogliere documenti e testimonianze che, nel caso in cui l’iter venga avviato, possano essere analizzate e studiate nella primissima fase del procedimento, in quella che si chiama “Inchiesta diocesana” e che ha come obiettivo quello di verificare l’eroicità delle virtù della persona. Cosa significhi “eroicità delle virtù” lo spiega il Dicastero: è «la disposizione abituale a compiere il bene con fermezza, continuità e senza esitazioni». La verifica serve a dimostrare «che il candidato ha praticato le virtù a un livello molto elevato, superiore alla media. In altri casi, l’oggetto della verifica riguarda i requisiti del martirio cristiano oppure l’offerta della vita».

Il cardinale Cantoni, ha poi aggiunto che «come ho più volte già manifestato, è giunto il tempo in cui è possibile ristrutturare la casa in cui egli ha abitato, nella parrocchia di San Rocco, per farne un memoriale e permettere che gli ambienti siano messi a disposizione di nuovi poveri, sostenuti da quanti hanno condiviso con don Roberto il suo stile di amabile accoglienza. Sono certo che varie istituzioni cittadine e singole persone sapranno sostenere anche economicamente le ristrutturazioni necessarie, che hanno come capofila la parrocchia di San Rocco / san Bartolomeo (che formano la comunità pastorale Giovan Battista Scalabrini – ndr) e la Caritas diocesana, in nome della Diocesi».