C’era anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil dal 3 novembre 2010, questa mattina a Villa Olmo alla giornata conclusiva dell’8° edizione degli Stati Generali della Cgil Lombardia, l’appuntamento di studio, approfondimento e confronto del gruppo dirigente che ogni anno si tiene in una località diversa della nostra regione. Quest’anno, l’anno della Carta dei diritti universali (per saperne di più clicca qui), dell’omonima proposta di legge di iniziativa popolare e dei tre referendum che la sostengono, il tema è stato “Il lavoro cambia – i diritti si rinnovano. Il ruolo e i valori della Carta dei diritti universali”.
A margine dell’assemblea il segretario ha risposto ad alcune domande.
Susanna Camusso, che cosa si aspetta dal nuovo Governo? «Ci aspettiamo un segnale di discontinuità rispetto al passato. Senza dubbio credo che Renzi abbia promosso politiche sbagliate rispetto al tema del lavoro».
Sui tre referendum abrogativi di alcune parti del Jobs Act, proposti dalla Cgil, avete già raccolto oltre 3 milioni di firme. Come commenta le recenti dichiarazioni del ministro del Lavoro Giuliano Poletti rispetto all’ipotesi di anticipare le elezioni politiche alla primavera, che di fatto farebbero slittare la consultazione referendaria di un anno? «Ci sembra assolutamente evidente che la volontà del Governo sia quella di scappare, non tenendo conto che ci sono 3 milioni di persone che hanno sottoscritto quei referendum e più di un milione di persone che hanno firmato la Carta dei diritti universali, che è già stata presentata al Parlamento. Mi pare che bisognerebbe ricominciare a rispettare ciò che le persone dicono e chiedono come desiderio cambiamento».
Nel caso ci fosse il tentativo di evitare le consultazioni referendarie avete già una linea da tenere? «Noi siamo innanzitutto rispettosi dell’ordine istituzionale delle cose. Per cui dopo l’11 gennaio, giorno in cui sapremo se i referendum saranno effettivamente ammessi o meno (l’11 gennaio la Corte Costiuzionale si esprimerà sull’ammissibilità dei quesiti, ndr), cominceremo la campagna elettorale. Ovviamente chiederemo di votare ma altrettanto nettamente è necessario che il governo sappia che può rinviarlo, ma non scappa dal tema».
Cgil e Cisl, anche a Como, hanno più volte trovato la convergenza su ampie tematiche, su altre invece si sono divisi. Quanto l’unità sindacale è un valore ancora oggi? «Abbiamo costruito la Carta dei diritti universali del lavoro e le richieste referendarie in nome di un tema che si chiama: riunificazione del mondo del lavoro. Appare evidente che dentro questo tema anche l’unità sindacale e l’unità d’azione siano qualcosa di importante. L’unità non la si definisce però in astratto, ma la si realizza sulle cose che quotidianamente si affrontano. Veniamo da una stagione contrattuale in grandissima parte unitaria, e lo riteniamo un fondamentale valore, ma poi vale il merito dei problemi che man mano si affrontano».