Sabato 31 dicembre, alle ore 17.00, in Cattedrale, a Como, il vescovo monsignor Oscar Cantoni presiederà la Santa Messa con il Canto del Te Deum, a conclusione dell’anno.

L’inno Te Deum laudamus, è una composizione poetica. Sono diversi gli autori che si contendono la paternità del testo. Tradizionalmente veniva attribuito a san Cipriano di Cartagine oppure, secondo una leggenda dell’VIII secolo, si è sostenuto che fosse stato composto a due mani da sant’Ambrogio e da sant’Agostino il giorno di battesimo di quest’ultimo, avvenuto a Milano nel 386, per questo è stato chiamato anche inno ambrosiano. Oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (corrispondente alla città di Bela Palanka, nella Serbia meridionale) alla fine del IV secolo.

Originariamente si rivolgeva a Cristo Dio e Signore: “Te (o Cristo) noi lodiamo Dio! Te (o Cristo) noi professiamo Signore!”. Successivamente, con l’attenuarsi delle eresie sulla Persona Divina e sulla Divina Signoria di Gesù, poco alla volta la pietà cristiana lo ha indirizzato al Padre e al Figlio e allo Spirito; infatti, con questa qualificazione trinitaria noi lo abbiamo recepito e a nostra volta lo trasmettiamo.

Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle cerimonie di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell’anno appena trascorso, oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave. Nella Liturgia delle Ore trova il suo posto nell’Ufficio delle letture, nelle solennità e nelle feste, in tutte le domeniche, nei giorni fra l’ottava di Natale e quelli fra l’ottava di Pasqua. Viene cantato anche da alcune Chiese riformate.

Dall’analisi letteraria, l’inno, solitamente cantato a cori alterni, si può dividere in tre parti.

  • La prima, fino a Paraclitum Spiritum, è una lode trinitaria indirizzata al Padre. Letterariamente è molto simile ad un’anafora eucaristica (ovvero una preghiera di offerta con alcuni elementi che vengono ripetuti), contenendo il triplice Sanctus.
  • La seconda parte, da Tu rex gloriæ a sanguine redemisti, è una lode a Cristo Redentore.
  • L’ultima, da Salvum fac, è un seguito di suppliche e di versetti tratti dal libro dei salmi. La sua recitazione è facoltativa.

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Il giorno successivo, domenica 1 gennaio, si celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, la principale delle festività mariane dell’anno liturgico, cui si unisce la Giornata Mondiale della Pace, che, nel 2017, segna i cinquantanni della sua celebrazione. Papa Francesco ha deciso di dedicare il suo Messaggio al tema della “nonviolenza”. Qui potete leggere il testo integrale della riflessione del pontefice.

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Ricordiamo le celebrazioni presiedute in Cattedrale dal Vescovo Oscar domenica 1 gennaio: ore 16.00, Vespri solenni capitolari;  ore 17.00 – Santa Messa Pontificale, preghiera per la pace e affidamento della Città e della Diocesi alla Madre di Dio.