Con la prima riunione, lo scorso 5 aprile, della cabina di regia tra i partner del progetto “Quando il gioco si fa duro” (il Comune di Como capofila di 24 altre realtà) ha preso il via una nuova stagione di contrasto al gioco d’azzardo patologico, con molte iniziative in programma. In linea con il progetto che lo ha preceduto proseguiranno le azioni di informazione e di comunicazione anche online rivolte a tutta la popolazione, continueranno i controlli da parte delle forze dell’ordine sui pubblici esercizi, verrà aggiornata la mappatura delle macchine da gioco oggi esistenti e si lavorerà alla realizzazione di un testo comune che potrà essere utilizzato dalle amministrazioni come ordinanza per arginare la diffusione del gioco. Tra le novità di questa nuova stagione anche lo “sportello primo filtro” contattabile con un numero telefonico anche tramite messaggi sms o whatsapp, a cui si potranno rivolgere gratuitamente tutti coloro che vivono con difficoltà e disagio il tema del gioco d’azzardo.

Al Settimanale lo spunto per tornare a parlare di azzardo viene fornito anche da un’interessante ricerca effettuata da Paolo Carboni, comasco, ex direttore di sale Bingo, che concentra il suo focus sull’“azzardopatia”. “Giochiamo con la testa” è il mantra scelto da Carboni nel condurre questo studio. Il punto di partenza, come al solito, sono i dati: 800 mila malati di ludopatia, 2 milioni di italiani a rischio dipendenza, l’inarrestabile crescita di giovanissimi attratti dal gioco illegale…

Uno studio pubblicato sull’edizione del Settimanale di questa settimana che parte dalle origini storiche del gioco d’azzardo (si risale al 1500) e si sofferma sulle pesanti responsabilità della politica moderna, complice, in maniera bipartisan, della sua esponenziale diffusione.

Un business che sfiora i 100 miliardi di puntate l’anno, con importanti incassi per l’erario ma anche con spese crescenti per curare le patologie connesse al gioco. Nel 2012 uno studio sui costi sociali del gioco patologico, realizzato dall’Istituto di Ricerca Economica dell’Università di Neuchâtel in collaborazione con la Corte di Giustizia della Comunità Europea ha riscontrato per conto dello Stato una spesa annua di 6 miliardi di euro in costi sanitari.

Per non parlare degli “appetiti” della criminalità organizzata, con un giro d’affari sommerso di circa 20 miliardi di euro l’anno, con un’evasione di circa 2 miliardi sottratti alla fiscalità, ma anche dei costi sociali dell’azzardo. In che modo si crea questo giro d’affari? Attivando apparecchi clandestini non censiti, dunque non collegati alle reti di controllo; installando congegni che modificano il flusso di dati trasmessi, sottraendo così alla tassazione la maggior parte dei ricavi prodotti dall’uso di questi apparecchi o alterando le macchinette attraverso l’installazione di una seconda scheda elettronica in una slot con vincita in denaro. In tal modo, azionando un telecomando, si realizza una new-slot non collegata alla rete telematica e sulla quale dunque non vi è alcun prelievo fiscale…

L’interno di una sala Bingo

Un sistema, quello del gioco, appositamente studiato per “circuire” chi ne è attratto. Ne è un esempio la disposizione dei luoghi. Le sale Bingo sono spazi senza tempo, privi di finestre ed orologi, in cui si è ben accolti dal personale, è possibile mangiare per l’arco dell’intera giornata, a prezzi calmierati o, in alcuni casi, addirittura gratuitamente. Non manca la possibilità di acquistare tabacchi, gratta e vinci, e di fumare con luoghi dedicati. Nessun problema se si sono finiti i soldi: il bancomat interno fa sempre al caso del cliente. Le sale slot mantengono le medesime caratteristiche delle Bingo, anche se in genere molto più piccole nelle dimensioni. Specificità delle sale slot è la distribuzione studiata delle macchine, in modo da consentire ai clienti di giocare senza sentirsi osservati dagli altri.

Un sistema appagante dal punto di vista del contesto accogliente, del personale presente, dei servizi a sua disposizione, che rende il cliente sicuro di trovarsi nel posto giusto, e fortunato… Anche i suoni emessi dalle slot e dalle Videolottery di ultima generazione, in effetto stereo, permettono di vivere quasi in 3d l’esperienza del gioco. Macchine che riproducono in continuazione gli stessi suoni e jingle della vittoria anche se nessuno sta giocando! …e il solo sentirne il rumore per molti è come il canto delle sirene… Ed ecco che il mix tra immagini, colori, suoni contribuisce nel provocare uno stato di profonda euforia ed eccitazione al cervello. Eccitazione completamente slegata dall’andamento del gioco. Sia che si vinca o che si perda, l’euforia raggiunge picchi altissimi. È solo a gioco terminato che subentra un profondo stato di abbattimento e frustrazione…

Ma allora perché giocare? E come difendersi?

Leggete l’articolo sull’edizione cartacea.