Erano le 10.25 del 2 agosto 1980. La stazione di Bologna era un brulicare di persone, per una mattinata estiva come tante. Chi in partenza chi in arrivo dalle vacanze, chi in transito per chissà dove. A spegnere i sogni di quanti ebbero la sfortuna di trovarsi lì quel giorno fu l’esplosione di un ordigno devastante, posizionato nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione, dove si trovavano gli uffici dell’azienda di ristorazione Cigar. L’esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario. La strage si portò via 85 persone, 250 rimasero ferite.

Anna Maria, Luca e Carlo Mauri

Tra loro c’erano anche tre comaschi: Carlo Mauri (32 anni), la moglie Anna Maria Bosio (28 anni) e il piccolo Luca (6 anni). Erano cresciuti nella parrocchia di San Fedele, in città, e avevano vissuto a Como fino al matrimonio. Venerdì 1 agosto avevano di partire in auto, tutti e tre, diretti a Marina di Mandria in provincia di Taranto. Alle porte di Bologna avevano subito un tamponamento. Trainati verso la mezzanotte da un carro attrezzi fino ad un’officina di Casalecchio, avevano lasciato l’auto dal meccanico. Avevano quindi deciso di raggiungere, il mattino successivo, Brindisi in treno e da lì di farsi accompagnare a fino a Taranto in auto. Arrivarono alla stazione di Bologna poco prima dell’esplosione, rimanendo uccisi tra le macerie del primo binario. Il papà di Carlo, Guglielmo Mauri, morì di crepacuore poco dopo aver appreso la tragica notizia. Mamma Giuseppina (la nonna di Luca) entrò in monastero.

Da quell’attentato, il più grave dell’Italia del dopoguerra, anche Como non ha mai dimenticato e ogni anno un gruppo di amici perpetra la memoria dei caduti.

Il 2 agosto, chiunque passerà da Piazza San Fedele a Como potrà dare il proprio contributo alla memoria. Durante l’intera giornata verrà scritto un libro fatto di ricordi, di emozioni dei testimoni di quei giorni, di pensieri sulle violenze di ieri e di oggi, sulla cattiveria dell’uomo contro l’uomo, sulla morte di tanti bambini innocenti. Verranno raccolte le parole di chi ha vissuto quei momenti e anche di quelli, più giovani, che li hanno sentiti raccontare o che li hanno letti.

Fino alla sera del 2 agosto, tutte le parole potranno essere scritte anche su Facebook o inviate a monizza.como@iol.it, verranno ricopiate sul libro; oppure potranno essere portate in piazza dove verranno incollate sulle pagine.

A promuovere “Il filo della memoria” è l’Università Popolare Como, Auser; NodoLibri Como. Partecipano: Libreria Ubik Como; Comitato Maria Letizia Verga per la cura leucemia del bambino; Associazione Memoria condivisa, Bari – Como; Associazione Memoria e verità, Como. Con la collaborazione della Biblioteca comunale, Como.