Incominciamo un nuovo anno affidandoci fin da subito alla protezione della Madre di Dio, venerata con questo titolo dai cristiani di Oriente e di Occidente, ossia nel tempo della Chiesa indivisa, fin dal 451, quando il concilio di Efeso, nella comune esultanza del popolo cristiano, ivi presente, la acclamò Madre di Cristo, vero Dio e vero uomo. Non sappiamo cosa ci riservi il Signore nel corso del nuovo anno, quali circostanze, liete o impegnative, dovremo affrontare, tuttavia ci poniamo fiduciosi sotto il manto materno di Maria. Da buona madre, Ella avverte immediatamente ciò di cui i suoi figli abbisognano per poter seguire ogni giorno Gesù con la coerenza del discepolo, consapevoli che seguire Gesù comporta sempre portare la croce con lui. Maria, a sua volta, ci invita a volgere lo sguardo verso suo figlio Gesù, venuto tra noi, nella pienezza del tempo, perché ricevessimo l’adozione a figli di Dio. In Cristo, infatti, figlio primogenito del Padre, diveniamo anche noi figli di Dio, così da poter stabilire con lui una vera relazione filiale, che si manifesta attraverso la fiducia, la confidenza e l’amore, frutto della presenza in noi dello Spirito Santo, che ci permette di osare, chiamando Dio col dolce titolo confidenziale di Abbà-Padre.
Potersi rapportare con Dio come figli amati cambia immediatamente il nostro orizzonte. Non è più il Dio lontano, astratto, come quello dei filosofi. Il nostro è il Dio dell’amore trinitario, il Dio con noi, visto che, dopo aver parlato molte volte e in diversi modi nei tempi antichi ai padri, per mezzo dei profeti, si è rivelato, parlandoci per mezzo del Figlio, vera immagine del Padre. Cristo Gesù, ci ha narrato Dio Padre attraverso le sue parabole; ce lo ha descritto attraverso le modalità concrete mediante cui ha avvicinato i poveri, ha guarito gli ammalati, ha accolto e perdonato i peccatori, ha cercato gli esclusi, ha liberato gli ossessi dalla schiavitù del maligno. Gesù ha reso visibile il volto di Dio anche mediante lo stesso sguardo con cui Egli si è rapportato con le diverse persone, manifestando così le viscere di compassione e di misericordia del Padre. Egli ha manifestato il suo amore infinito per noi, suoi figli, soprattutto attraverso il dono della Croce del Figlio, convincendoci che amare esige necessariamente e sempre il dono di se’, fino alla fine.
Oggi, come dono del Padre, Cristo, il principe della pace, invoca su di noi la sua pace, a cui noi tanto aspiriamo, pace che è pienezza di tutti i beni. La pace è sì un dono di Dio, annunciata dagli angeli a Betlemme, ma è anche un impegno che ogni persona è chiamata a costruire pazientemente, giorno dopo giorno. Quest’ anno sia un tempo in cui ci impegniamo a diventare pazienti artigiani di pace, ossia laboriosi costruttori, a cui è affidata la responsabilità di un dono fragile, che va crescendo nella misura della nostra dedizione. Ci ricorda il Papa, nel suo messaggio, che la pace si costruisce innanzitutto a partire da noi stessi. Se non siamo in pace con noi stessi, se non sappiamo accettarci nella nostra singolarità, consapevoli dei doni di Dio, sarà difficile esserlo con gli altri. È la pace di chi si sente abitato dalla presenza del Signore, che pur non togliendoci dalle difficoltà, ci dona la gioia e la consolazione di sentirlo con noi sempre e la forza della sua grazia per affrontarle.
La pace, poi, va costruita artigianalmente con gli altri, non solo con chi amiamo, ma con quanti facciamo fatica ad amare, ci infastidiscono, ci turbano, ci irritano, o si approfittano di noi, del nostro tempo e delle nostre risorse. Ci occorre un supplemento di forza, che il Signore non mancherà di concederci, se avremo l’umiltà di domandarglielo nella preghiera quotidiana. La pace, in terzo luogo, va costruita attorno a noi, difendendo l’opera della creazione. Essa è affidata alle nostre cure e noi ne siamo responsabili e custodi.
Concludo con una citazione del Vangelo di oggi. “Maria, da parte sua custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” . Con lo sguardo contemplativo, Maria, raccolta in un religioso ascolto, cercava di comprendere a poco a poco il significato degli avvenimenti che si succedevano attorno a lei. Non aveva nemmeno lei ricette prefabbricate. Il Bambino che giaceva nella mangiatoia era apparentemente simile a tutti i bambini del mondo, ma al tempo stesso era differente: Figlio di Dio, vero Dio e vero uomo. Solo la fede le dava occhi interiori per vedere l’invisibile, il mistero grande e certamente non facile da comprendere. Nel suo cuore Maria continuò a conservare tutti gli eventi successivi, di cui sarà testimone e protagonista. Sia anche in noi lo sguardo contemplativo di Maria, che riconosce nella risposta che daremo agli avvenimenti che si succederanno, la nostra fedeltà al piano di Dio che opera sempre per il nostro bene e per quello di tutti.
+ Oscar, vescovo