In un contesto di generale crisi della natalità (in Como città la voce decessi prevale su quella delle nascite dal 2002. Nel 2017 a fronte di poco più di 600 nati si registravano circa 1050 morti…) l’unico ospedale-punto nascita della provincia di Como in crescita è il Valduce.
Il Settimanale ha chiesto al dott. Daniele Merazzi, direttore dell’Unità Operativa TIN – Neonatologia e Pediatria dell’ospedale Valduce di Como di spiegarci il perché.
«Le donne scelgono il Valduce perché, evidentemente, si trovano bene – commenta Merazzi -. In Italia è necessario mettere in atto azioni adeguate a sostegno della famiglia, delle mamme, dei bimbi, delle coppie. E anche noi, nel piccolo, cerchiamo di fare la nostra parte. Uno dei progetti che sta dando buoni risultati? “Andiamo a casa”, una risposta concreta alle fragilità di oggi.
“Andiamo a casa” è un progetto messo in atto dall’ospedale Valduce da circa un anno. «Identificate le coppie con maggiore fragilità – spiega il dott. Merazzi – una volta dimesse effettuiamo delle visite domiciliari nelle 24/48 ore, con un’ostetrica o una puericultrice. Su un centinaio di nati al mese nel nostro presidio, nel 2-3% dei casi effettuiamo visite di questo tipo».
“Andiamo a casa” prevede in primis la valutazione del benessere della coppia mamma-bambino per programmare un percorso personalizzato per il rientro a casa. Tra i servizi messi in atto c’è però anche molto altro: un ambulatorio al quale possono accedere tutte le mamme entro il decimo giorno di vita del bambino, e a cui possono rivolgersi anche in seguito se ne ravvisano il bisogno; un servizio di counselling per il sostegno emozionale; la presenza di un’assistente sociale che informa le mamme sulle necessità e i bonus di cui si può usufruire. Il tutto è reso possibile grazie alla stretta collaborazione dell’ospedale Valduce con quattro consultori del territorio: il consultorio decanale di Cantù, il consultorio familiare la Casa di Erba, il consultorio Icarus, il consultorio “La Famiglia” di Como e Croce di Menaggio.
«Quando guardo al bimbo, dalla gravidanza alla sua nascita – conclude il dott. Merazzi – mi piace parlare di perinatologia. Intendo riferirmi, in questo modo, al benessere dell’individuo, perché il nostro obiettivo è quello di sviluppare un’attenzione che passa dal bambino, ma si estende anche alla mamma. E viceversa. Basti un esempio su tutti: alle neomamme di novembre e dicembre abbiamo offerto, gratuitamente, la vaccinazione antinfluenzale. In questo modo, attraverso l’allattamento al seno, che noi caldeggiamo con forza fino almeno al 6° mese di vita del piccolo, il benessere della mamma (preservato grazie anche alla vaccinazione) viene trasmesso al bambino, tramite il latte materno, garantendone la salute. Anche questa è un’attenzione alla vita, nella sua interezza».
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