Non sarà un’occasione di incontro come le altre quella in programma presso la Casa Scout Don Titino di Prestino domenica 12 maggio. Ad arricchire di significato l’appuntamento è un anniversario: soci, amici e simpatizzanti celebreranno infatti insieme i primi cinque anni di vita di un’avventura che, allora, sembrava impossibile. Ed oggi si presenta come una realtà più concreta che mai. Celebrazione della S. Messa alle ore 12 e pranzo dalle ore 13.15 saranno il semplice programma di una giornata che avrà il suo fulcro nella condivisione di un sogno diventato realtà.

Abbiamo chiesto ad Alfredo Ronchetti, tra i primi nel dare corpo a questo sogno, attuale presidente dell’associazione, a spiegarci come sono trascorsi questi cinque anni.

Alfredo, sono ormai passati cinque anni. Che cosa ricordi di quel periodo?

«Sembrava qualcosa di impossibile, nel senso che quando abbiamo pensato di realizzare una base scout e saputo dell’asta di questo immobile ci siamo mossi animati da puro spirito di avventura. All’epoca era effettivamente molto difficile immaginare che la cosa sarebbe andata a buon fine, vista la presenza di altre persone interessate alla casa, la necessità di metterci dei soldi… Insomma davanti a quella che era soltanto un’idea si ponevano molte difficoltà. La prima grossa emozione, per me, è stata l’asta che ci ha permesso di diventare proprietari della Casa. A quel punto ci siamo detti: adesso che cosa facciamo? Così ci siamo buttati con impegno nel suo adeguamento e pulizia. Le altre emozioni forti sono state la benedizione, la dedicazione a don Titino e l’inaugurazione della struttura. A queste ne sono seguite altre, come l’ingresso dei primi scout, l’arrivo dei primi bambini in divisa… Il vedere, insomma, che pian piano quel sogno impossibile di dare contenuto e vita ad una struttura fatiscente, piena di rifiuti, si stava invece realizzando. E da lì, grazie al lavoro e all’impegno di tanti, è stato un continuo crescendo».

Com’è cambiata la casa in questi anni?

«Dopo la vittoria dell’asta, nel mese di maggio 2014, a settembre dello stesso anno ottenemmo le chiavi e a settembre 2015 entravano i primi ragazzi. In quell’anno la casa è stata pulita e riordinata. Quindi si è provveduto al risanamento della stanzetta dov’è presente il camino e alla realizzazione dei nuovi bagni, il tutto per rendere la struttura agibile e fruibile. Dopo di che si è intervenuti sull’impianto fognario, sono stati rifatti il soffitto del salone principale, le cui solette erano compromesse, e la pavimentazione del piano superiore. L’ultimo grosso intervento, in tempi più recenti, ha riguardato il rifacimento di tutti i serramenti, la sostituzione dei pluviali e la sistemazione del tetto. A questo si aggiunge la manutenzione ordinaria da parte dei volontari».

Quanti sono i volontari che gravitano attorno all’associazione?

«Se parliamo di associati qualche centinaio, mentre il gruppo di lavoro che presta costantemente la sua opera è composto da una ventina di persone che, a rotazione, partecipa alla manutenzione e all’accoglienza e accompagnamento dei gruppi. Gruppi che vengono accolti nei loro punti di ritrovo (in stazione, piuttosto che in qualche altro luogo), accompagnati alla casa e a cui poi viene spiegata la storia di questa base scout e il progetto che la sorregge».

Quanti sono i ragazzi che sono transitati in questi anni?

«Direi tra i 4 e i 5 mila. Ogni anno ne passano tra i 1200 e i 1300. E le richieste sono in crescita».

Si tratta solo di scout?

«No, anche molti oratori, scuole, genitori, associazioni cattoliche e non. Il fatto che la casa oggi sia abbastanza conosciuta le ha permesso di uscire un po’ dai confini dello scoutismo, da qui l’arrivo di realtà educative diverse».

Hai elencato gli interventi più significativi effettuati negli anni scorsi. C’è qualche altro grosso intervento in previsione?

«L’intervento più importante che abbiamo in progetto, compatibile con la struttura e la sua gestione, è l’impianto di riscaldamento. La nostra idea è quella di realizzare una centrale termica, alimentata a pellet e legna, visto che abbiamo la disponibilità di 10 mila metri quadrati di bosco in gestione dal Comune, in comodato d’uso per sei anni, che permetta di riscaldare l’intera casa, compresa l’acqua corrente. In prospettiva c’è inoltre l’idea di aumentare il numero dei bagni: attualmente sono tre, prevedendone anche uno per disabili».

E per quanto riguarda l’impegno educativo e formativo?

«Nel corso della nostra ultima assemblea è stata presentata una nuova idea che prevede, una volta terminata la fase degli interventi strutturali, di iniziare anche a proporre momenti più strettamente educativi. Nel senso che, oltre ad essere una realtà che mette a disposizione dei gruppi che fanno educazione una struttura di accoglienza, intendiamo a nostra volta offrire spunti di approfondimento e riflessione. Nel corso dell’ultima assemblea si è deciso di proporre una serata sull’attualità del metodo educativo. Su questo tema entro l’autunno prevediamo di organizzare un evento in città. Da lì puntiamo di iniziare ad organizzare una serata all’anno su tematiche di attualità che saranno di volta in volta scelte dall’assemblea».

Leggi l’intervista completa sull’edizione cartacea di questa settimana.