È stata una visita lampo quella del direttore della Caritas della diocesi di Como, Roberto Bernasconi, in Valnerina per toccare con mano lo stato di avanzamento dei lavori del centro di comunità che sorgerà a Campi, frazione di Norcia.

Siamo nel cuore del cratere del terremoto che nel 2016, con le scosse che si sono susseguite in crescendo fra agosto e ottobre, ha mutato radicalmente l’aspetto del territorio, nella morfologia e nelle relazioni sociali.

Il centro di comunità – la cui inaugurazione è prevista per fine novembre – è stato finanziato grazie ad un contributo di oltre 220 mila euro della Caritas diocesana di Como, frutto delle offerte raccolte all’indomani del terremoto dai fedeli e dalle parrocchie della Diocesi. A questi si aggiungono i  30 mila euro messi a disposizione da Caritas Mantova. Complessivamente la struttura avrà un costo di 334 mila euro.

Roberto Bernasconi si è recato a Norcia lo scorso 4 e 5 luglio accompagnato dai giornalisti del Settimanale della Diocesi di Como che hanno dedicato alla visita uno speciale di tre pagine che vi invitiamo a leggere sul numero in uscita questa settimana.

«Dopo due anni di burocrazia finalmente abbiamo qualcosa da farvi vedere». Tira un sospiro di sollievo il direttore della Caritas della diocesi di Spoleto-Norcia, Giorgio Pallucco, accompagnandoci a vedere l’avvio dei lavori.

Insieme al parroco don Luciano Avenati e al direttore dei lavori, Leonardo Valentini, ci mostra una gettata di cemento grezzo posta su uno spazio sovrastante il quartier generale della parrocchia che, da oltre due anni, ospita la casa di legno del parroco e alcuni container divenuti gli unici punti di riferimento per la comunità di Sant’Eutizio e le sue 16 frazioni; un territorio ricco di storia e arte con 45 chiese, ad oggi tutte inagibili.

«Quello che stiamo costruendo – spiega Pallucco – non è soltanto un edificio, ma è un luogo dove possiamo accogliere le persone con dignità, dare loro speranza, incontrarci, fare comunità».

Gli attacchi per gli impianti sono stati ultimati negli ultimi giorni ed ora tutto è pronto per ospitare la costruzione che occuperà una superficie di circa 200 mq.

«Qui sarà possibile celebrare la messa, ma non solo – continua il direttore della Caritas -. Pensate che a Norcia non c’è più una chiesa agibile in tutto il comune: ci siamo dovuti arrangiare con tendoni, prefabbricati, due centri di comunità. Tutto questo in un territorio dove le frazioni più lontane sono distanti 60 km e con una popolazione che, prima del terremoto, era di meno 5 mila abitanti (salvo decuplicare nel periodo estivo). Un territorio difficile da servire anche dal punto di vista spirituale».

Il centro di comunità servirà proprio a dare una risposta a questo bisogno.

«Vogliamo offrire un punto di incontro alle persone che hanno deciso di abitare questi territori, che hanno deciso di rimanere nonostante tutto: le difficoltà economiche, la terra che trema, le normative che non sempre vengono incontro alle necessità dei cittadini che vogliono ricostruire e tornare ad una vita normale. Poter ricominciare a dire messa in un luogo dignitoso e accogliere persone come Dio vuole sarà sicuramente un passo verso la rinascita di questi territori».