Prima Lettura

Sap 18,6-9

Salmo responsoriale

Sal 32 (33)

Seconda Lettura

Eb 11,1-2.8-19 (forma breve: Eb 11,1-2.8-12)

Vangelo

Lc 12,32-48

In questa domenica di mezza estate, in cui si può cadere anche in una vuota pigrizia, la Parola ci sveglia e ci richiama al cammino di una vita che ha il suo orizzonte e fine nel dono del Regno di Dio. È un Parola che ci precede, ci cerca, anticipa tutto ed in Cristo ha dato tutto. Ecco la ricchezza da scoprire, il tesoro dove riporre il nostro cuore. Un cuore povero per essere arricchito: è la via impegnativa che ci chiede il Signore. È un cammino da svegli, pronti e illuminati dall’attesa di realizzare in pienezza l’incontro con lo sposo. È la beatitudine dell’attesa del Signore, che nella fede tiene viva la speranza, oltre lo sconforto ed il buio di certi momenti. È la beatitudine del servizio nel dono gratuito di sé per gli altri, in un atto d’amore per l’uomo in risposta all’atto di grazia e d’Amore di Dio. È la novità assoluta della donazione libera e gratuita dei nostri beni (non solo materiali, pensiamo ad esempio al tempo…), nel segno della nuova fraternità che vive lo spirito delle beatitudini. È un cammino impegnativo che dura tutta la vita nella concretezza delle nostre azioni quotidiane, sempre intrise del nostro limite ed anche dei nostri slanci di generosità più belli.

Nel Signore Gesù, Dio ci dona tutto il suo cuore e la sua salvezza, alla quale siamo chiamati a dare la nostra adesione, nella fede della promessa, fatta anche ad Abramo, della città dalle salde fondamenta. È il riconoscimento di fondo di essere un popolo in cammino, unito nei successi (la gioia della condivisione) e nei pericoli (la forza della consolazione). Anche oggi il Regno è dato al piccolo gregge delle nostre comunità, chiamate a mantenere vivo lo slancio della povertà del Vangelo in un annuncio attento agli altri che si fonda sulla potenza del Signore Risorto, aiuto sempre atteso ed invocato. Questa è la nostra responsabilità, richiamata nel finale del Vangelo, di farci annunciatori, in quanto battezzati, del dono grande che abbiamo ricevuto. Non sia la nostra pigrizia ostacolo a quanto il cuore cerca, ma con semplicità e coerenza, per quanto a ciascuno è dato, ritorniamo ad essere con gioia costruttori del Regno che verrà, ma che già qui e ora è consegnato ai nostri giorni.

Mario e Enzo

Diaconi permanenti della diocesi di Como