Prima Lettura
Santa Messa della Vigilia: 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2;
Santa Messa del Giorno: Ap 11,19a; 12,1–6a.10ab
Salmo responsoriale
Santa Messa della Vigilia: Sal 131 (132)
Santa Messa del Giorno: Sal 44 (45)
Seconda Lettura
Santa Messa della Vigilia: 1Cor 15,54b-57
Santa Messa del Giorno: 1Cor 15,20–27a
Vangelo
Santa Messa della Vigilia: Lc 11,27-28
Santa Messa del Giorno: Lc 1,39-56
Maria, come noi, è una donna impastata di terra e di cielo: con tutta la sua grandezza, non è una donna diversa dalle altre donne della terra. La sua grandezza non nasce da lei, ma dall’opera meravigliosa di Dio, da lei accolta e assecondata fedelmente. La sua assunzione in corpo ed anima al cielo non la allontana da noi, ma la rende ancora più vicina, per guardare gli uomini, suoi fratelli, con occhi di amore e di misericordia. Come donna fatta “della nostra stessa pasta“, Maria è la figura più “alta” tra le creature umane, e, allo stesso tempo, la più tenera e materna. Tutti ricordiamo come è iniziata la sua storia: un paese così insignificante da non figurare nemmeno nelle carte geografiche del tempo, una giovane donna promessa sposa ad un uomo di nome Giuseppe. La storia di Maria è una storia semplice, forse banale, ma non per Dio. Egli l’aveva pensata sin dall’eternità, l’aveva amata da sempre. Da lei attendeva una risposta: “Ho bisogno di te”. Qualche attimo di attesa e poi una sola parola: “Sì”. “E il Verbo si fece carne”.
Quel corpo che, prima della nascita del suo Signore, aveva formato con Lui “una sola carne”, non poteva conoscere la corruzione nel sepolcro, così come non l’aveva conosciuta il corpo del Verbo da lei generato. L’Assunzione della Vergine al Cielo, in corpo e anima, senza scavalcare la tappa della morte, si collega quindi strettamente alla risurrezione di Cristo. La festa che celebriamo oggi diventa così anticipazione luminosa per tutti coloro che sono “incorporati” in Cristo. Guardando a Maria, nostra madre e sorella, comprendiamo meglio che anche noi vivremo della luce stupenda che trasfigura di bellezza la nostra carne, una carne finalmente redenta dalla vittoria pasquale di Cristo. L’Assunzione al cielo di Maria ci fa guardare al presente con occhi nuovi, quelli della resurrezione, e ci proietta verso quel futuro di beatitudine e di gioia senza fine verso il quale siamo tutti in cammino. Maria è la risposta più completa che mai sia stata data alle domande di Dio. Adesso lei è beata perché ha creduto e ha tanto amato. Un amore che implica vicinanza, comunione, partecipazione. La festa di oggi sollecita una domanda che forse preferiremmo evitare: crediamo realmente nella vita eterna? Perché credere nella vita eterna non significa attendere passivamente qualcosa che verrà “dopo”, ma scoprire che c’è qualcosa da fare, qui, “oggi”, che c’è un ruolo da assumere “adesso” per vivere la nostra prospettiva futura.
Bruno e Alberto
Diaconi permanenti della diocesi di Como