La chiesa parrocchiale di Tavernerio si è arricchita di una nuova opera: una tela di 9 metri di lunghezza per 3 di altezza rappresentante la Natività.
Con questo dipinto l’artista comasco Alcide Gallani riprende, dopo dieci anni, il ciclo di dipinti biblici che fanno da corona alla pianta centrale della chiesa.
Il significato intrinseco della pittura è balenato all’artista nel momento in cui la tela è stata posizionata. Osservando i volontari muoversi con agilità giovanile sul trabattello per innalzare la tela a diversi metri d’altezza, Alcide Gallani si è reso conto che erano tutti uomini sopra i settant’anni e ha avuto l’intuizione che questa Natività è il dono che la vecchia generazione fa ai figli.
Nel momento in cui la comunicazione sociale fra ragazzi è diventata impaziente, vertiginosa al punto da non lasciare spazi di riflessione, il presepio offre un patrimonio di umanità che ci arricchisce di sentimenti, di emozioni, di sogni, di passioni, di affetti, di bellezza…
Il quadro rappresenta l’essenziale del presepio.
Al centro un bambino, un neonato rivestito di luce, seduto su un trono di paglia, viene incontro a ciascuno di noi, nessuno escluso. A protezione del Bambinello, i due volti della vita: il volto di una mamma e di un papà. Lo sguardo del padre è puntato in adorazione sul figlio e sembra quasi dire “Dio non si è dimenticato di noi… Dio mantiene le sue promesse”.
Lo sguardo della Madonna va oltre il Bambino; sembra già intuire che il frutto del suo grembo avrà molto da soffrire.
Sullo sfondo, la luce delle stelle ci spiega da dove viene quel Bambino fragile, la cometa lo segue nel suo percorso.
Ai piedi di Gesù la città si getta alle spalle i colori scuri dell’indifferenza e si lascia abbagliare dal Bambino, perché un bambino può salvare il Mondo.