“Una signora che era rimasta vedova da poco con due bambini piccoli, a volte, la mattina, trovava fuori dalla porta di casa una scatola di cartone con sacchetti di farina, di riso, di pasta, di zucchero. Per sapere chi fosse quella brava persona, una mattina si alzò più presto del solito e vide il padre di una famiglia numerosa che posava per terra la scatola e se ne andava in fretta”.
Questo breve aneddoto relativo agli anni Sessanta è uno dei tanti riportati su un numero del bollettino delle parrocchie di Livigno e Trepalle dello scorso anno. In un articolo, la maestra Rina Mottini raccontava come si viveva la solidarietà tra poveri molti anni fa.
Poi le condizioni economiche sono decisamente migliorate fino a quest’anno quando il coronovirus ha riportato anche delle nuove povertà economiche. Per far fronte alle difficoltà venutesi a creare per molte famiglie, il Comune di Livigno e la Parrocchia hanno deciso di unire le forze e proporre iniziative a sostegno di chi più sta soffrendo in questi giorni.
In una prima fase, il Comune di Livigno, di concerto con gli altri Comuni della Comunità montana Alta Valtellina, recependo la disponibilità di fondi trasferita dal Governo nazionale, ha messo a disposizione circa 30 mila euro in buoni spesa per i nuclei famigliari che ne hanno fatto richiesta tramite specifica autocertificazione.
Evitando altre procedure burocratiche, il Comune e la Parrocchia di Livigno hanno poi organizzato un Banco alimentare, chiedendo la collaborazione dei commercianti ma anche di cittadini privati.
Il tanto utilizzato slogan “Chi ha bisogno prenda, chi può doni” ha messo in moto tanta solidarietà e permesso di attivare un punto di raccolta dei generi di prima necessità presso la casa parrocchiale che ha messo a disposizione un proprio locale e il riferimento del parroco.
Alcuni volontari, organizzati dal Comune, hanno predisposto dei pacchetti con la merce offerta e poi altri volontari li hanno distribuiti presso quattro punti di distribuzione a Livigno e a Trepalle: Baita Rasia, la sede dell’Associazione Pesca sportiva in via Borch, la caserma dei Vigili del Fuoco in via Teola e la piazza Don Parenti a Trepalle.
La distribuzione è stata effettuata e si effettua ancora in orari e giorni prestabiliti, permettendo di aiutare una quarantina di famiglie che si sono trovate in difficoltà economiche impensabili fino a poche settimane prima, quando il turismo garantiva a tutti la possibilità di lavoro e sostentamento della famiglia.
Hanno beneficiato degli aiuti qualche famiglia di Livigno, vari stranieri, lavoratori stagionali o in cassa integrazione con difficoltà legate, soprattutto, al pagamento dell’affitto.
L’esperienza della povertà e delle difficoltà economiche nella realtà livignasca, spesso superficialmente additata come la “ricca Livigno” o il paese dei “fortunati” se non addirittura di “coloro che non pagano le tasse”, ha fatto emergere il carattere schivo del montanaro che se ne infischia di quello che pensa la gente ed ha il cuore grande di chi dona senza che la sinistra sappia quello che fa la destra come ricorda l’episodio narrato ad inizio dell’articolo.
La povertà economica, tuttavia, non è l’unica e nemmeno la più grave delle povertà presenti a Livigno come hanno permesso di evidenziare gli incontri con la Caritas diocesana organizzati in Parrocchia lo scorso autunno, problemi di fronte ai quali serve poter mantenere vivo lo spirito di attenzione, solidarietà e collaborazione che la pandemia ha messo in risalto e che, speriamo, non scompaia ad emergenza covid finita.