Un amore più forte del coronavirus, temprato dalle difficoltà affrontate insieme, sulla strada, in dieci anni di fidanzamento. In questi giorni la loro storia sta facendo il giro d’Italia. Hanno conquistato le prime pagine come vere star da copertina. Loro sono contenti e ci ridono su. Non avrebbero mai immaginato tante attenzioni. Silvia Vullo (36 anni) e Alessandro Cilieri (53 anni) si sono conosciuti sotto i portici del Crocifisso di Como e il 20 maggio scorso si sono sposati. Dopo il rito civile in Comune e le foto d’ordinanza, la festa di matrimonio è stata condivisa con quella che, dallo scorso inverno, è la loro “famiglia allargata”: gli ospiti del dormitorio per senza tetto gestito da Caritas, Croce rossa e dalla rete di volontari per la grave marginalità. Sono gli stessi che li hanno aiutati a trovare gli abiti da sposi, mentre due clochard, amici da tempo, sono stati i loro testimoni. «Non abbiamo ancora le fedi, ci siamo scambiati gli anelli che portiamo dal 2010 – ci dicono mentre mostrano orgogliosi gli anulari –, ma i negozi erano tutti chiusi e non siamo riusciti a comperarle». Le nozze, però, no: per quelle nessun posticipo. «Un paio di settimane fa ho chiamato il Comune, perché ero convinta che le avremmo dovute rimandare – racconta Silvia –. Invece ci hanno confermato la data».

Il proverbio dice “due cuori, una capanna”. Per Silvia e Alessandro l’unico punto fermo sono i cuori. «Il prossimo 7 giugno il dormitorio chiuderà – riflette il neo-sposo – il mio sogno è trovare un appartamento, perché non voglio che Silvia debba continuare a vivere per strada». Entrambi disoccupati, sarebbero disponibili a svolgere qualsiasi mansione, da subito. Silvia ha una piccola disabilità e può lavorare solo da seduta. Alessandro, in passato, faceva di tutto fra i banchi del mercato, poi un grave infortunio lo ha messo all’angolo. Oggi ci sono il reddito di cittadinanza e il Centro di Ascolto a dare sostegno. Tutta la loro vita sta in quattro valigie e l’interruzione del dormitorio stagionale (servizio che Caritas e volontari hanno prolungato per far fronte all’emergenza Covid) li preoccupa. «Noi siamo giovani, ce la possiamo fare, ci sosteniamo a vicenda, non siamo mai soli. Ma ci sono altri che sono anziani, malati e stare in strada non è semplice». Silvia e Alessandro fanno appello alle istituzioni e a chi ha risorse da poter mettere a disposizione. «Incontriamo tante persone generose: anche chi ha poco condivide quello che ha». Come affronterete il futuro? «Quando ci si vuole bene e c’è fiducia l’uno nell’altro, le difficoltà non fanno paura». «La loro storia – commenta il direttore di Caritas Como Roberto Bernasconi – è motivo di speranza. Ci dimostra che l’amore sa andare oltre qualsiasi tipo di fatica».

Prima di salutarci Silvia ci confida che a lei piace scrivere: poesie, pensieri in rima. «Posso mandarti le ultime due che ho scritto? Una è per i volontari, l’altra per il mio matrimonio». La prima, dedicata alla vita sulla strada e ai volontari è quasi una lunga ballata. «Ci sono tante persone che non hanno una casa, tante persone che vivono per strada: “senzatetto” veniam chiamati, ma spesso da “invisibili” veniam trattati… Gli altri ci ritengono poveri perché non abbiamo averi, ma non è vero… Almeno questo è quello che io credo. Il nostro tesoro è davvero grande e ve lo spiego in un istante. Abbiamo la FIDUCIA tra di noi, non siamo soli e neanche eroi. Abbiamo la SPERANZA che la situazione migliori, certo la vita non ci riserverà solo dolori. Abbiamo la PAZIENZA di sopportare le giornate pesanti, per fortuna alcune passano in un istante. Abbiamo i RICORDI, belli e brutti e ce li teniamo tutti. Abbiamo l’AFFETTO e l’AMICIZIA delle persone care anche se la maggior parte sono lontane. I più fortunati hanno un AMORE nella loro vita e questo è sempre cosa gradita: se si ha qualcuno che ti dà amore, si è sempre di buon umore. Abbiamo sempre un SORRISO sulla bocca e nessuno ce lo tocca». Sono solo alcuni estratti di un testo molto più lungo. Qui di seguito, invece, la poesia integrale dedicata al matrimonio: auguri a Silvia e Alessandro, oltre ogni ostacolo e pregiudizio.

Il matrimonio è un’importante celebrazione… bisogna prepararlo con molta attenzione. Da piccola, il matrimonio da favola sognavo di avere, poi ho scoperto che il denaro non è facile ottenere. Il principe l’ho avuto senza neanche averlo cercato: è stato lui ad avermi trovato. Da quando ho deciso di sposarmi mi son sentita pormi domande per niente importanti: “Dove andrete ad abitare?”. “Ma non avete lavoro. Che vi sposate a fare?”. Beh! Che so io. Ci si sposa per amore, non certo per una sicura sistemazione. Che poi di sicuro non c’è niente: uno può avere tutto e poi trovarsi senza niente. Il matrimonio da favola lo può fare chi ha soldi da poter buttare. L’essenziale del matrimonio sono gli sposi e i loro testimoni… il sindaco naturalmente non si può scordare… e neanche gli anelli si devono dimenticare. Il Coronavirus ci voleva annientare, ma è riuscito solo a farci arrabbiare e quando noi Italiani ci arrabbiamo veramente o ci aiuti o ti allontani velocemente. Però bisogna dire che nel momento del bisogno gli amici veri ti aiutano senza che gli si chieda niente. Tu rimani lì senza parole e pensi: “Ma è realtà oppure finzione?”. Comunque il matrimonio si farà. Io sono felice che questo sogno realtà diverrà: falsi sorrisi non ce ne sarà… e questo è il miglior regalo che il mio matrimonio mi farà! 

SILVIA VULLO