Due nuovi preti per la nostra Chiesa diocesana di Como. Sono don Luca Giudici, della Parrocchia Natività di San Giovanni Battista in Parè di Colverde (Co), e don Gianluca Salini, della Parrocchia San Lorenzo in Ardenno (So), elevati all’ordine del presbiterato per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo, monsignor Oscar Cantoni.
Ventisei anni don Luca, ventinove don Gianluca, i due giovani sono «pronti a consegnare con gioia la propria vita nel dono di loro stessi a Cristo e ai fratelli», ha affermato il vescovo Oscar durante l’omelia del solenne rito che ha presieduto questa mattina nella cattedrale di Como.
Di seguito riportiamo il testo integrale dell’omelia pronunciata dal vescovo Oscar durante la celebrazione.
Facciamo festa nel Signore, lieti per questi nostri fratelli, che stanno per ricevere lo Spirito santo, che li renderà simili a Cristo Signore, sposo e pastore della Chiesa.
Oggi noi tocchiamo con mano, una volta ancora, la fedeltà di Dio, che in questo tempo non si stanca di benedire la nostra Chiesa di Como, sia attraverso la prossima beatificazione di due nostri diocesani, suor Maria Laura Mainetti e padre Giuseppe Ambrosoli, sia attraverso questi due giovani, pronti a consegnare con gioia la propria vita nel dono di loro stessi a Cristo e ai fratelli.
Come non avvertire di essere avvolti dalla misericordia e dalla tenerezza di Dio e come non sentirsi stimolati a rispondere con la più ampia fiducia e generoso impegno davanti a queste testimonianze inequivocabili d’amore fedele, che il Signore ci riserva?
La benevolenza di Dio nei nostri confronti è però un tesoro da condividere e non una ricchezza da trattenere gelosamente per noi stessi.
Abbiamo appena udito nel vangelo questa solenne affermazione di Gesù: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”.
Cari Luca e Gianluca: siete stati scelti dal Signore non per qualche vostra particolare bravura, ma per pura grazia. I doni di Dio sono offerti gratuitamente, al di là dei nostri meriti e delle nostre attese.
La consapevolezza di questa preferenza impegna la vostra libertà, mentre vi deve mantenere sempre umili e grati. Il Signore Gesù non mancherà di sostenervi e di chiamarvi continuamente, giorno per giorno.
Ora che state per divenire presbiteri, prendete coscienza del lento lavorìo della grazia, che vi ha aiutato a divenire quello che siete stati chiamati ad essere: pastori secondo il cuore di Gesù.
Perciò fate memoria di tutti gli strumenti umani, di cui lo Spirito Santo si è servito, a volte anche a loro insaputa, perché voi poteste rispondere in piena consapevolezza.
La chiamata di Dio ha preso inizio in voi cominciando da molto lontano: dal clima di fede e di amore vissuto nella vostra famiglia, dalla quotidiana testimonianza di vangelo che i membri delle vostre parrocchie vi hanno trasmesso. Una parte considerevole: i molteplici educatori/testimoni, tra cui quelli del nostro Seminario, che amorevolmente vi hanno accompagnato in questi lunghi anni, insieme a tante altre persone semplici, “i Santi della porta accanto”.
In questo momento solenne, che determinerà tutto il resto della vostra vita, noi tutti: laici, uomini e donne di ogni età, sacerdoti, persone consacrate e vescovo, vi guardiamo con ammirazione e vi incoraggiamo, ma anche vi seguiamo con viva trepidazione, conoscendo la non facile missione a cui siete inviati: testimoniare la misericordia di Dio in un ambiente spesso incredulo o indifferente.
Sarete introdotti gradualmente nel ministero pastorale dai nostri fratelli presbiteri, con cui rafforzerete sempre di più i legami di fraternità. Essi vi accoglieranno con gioia e con fiducia nel presbiterio diocesano e vicariale. Vi faranno sentire parte attiva e corresponsabile, costruttori di ponti nella comunione tra le persone e le diverse Comunità.
Oggi siete pieni di energie e di entusiasmo, frutto della vostra età giovanile. Fate in modo di conservare la freschezza del dono che state per ricevere con l’imposizione delle mie mani, quando, come Maria, sarete investiti dall’ombra dello Spirito.
Ritornate, lungo lo scorrere degli anni, a questo momento fondamentale, soprattutto nei tempi delle inevitabili difficoltà, nei momenti di possibili incomprensioni e prove.
Il Signore oggi vi promette che la vostra vita sarà piena, con la pienezza e il sapore delle Beatitudini, certo, tribolata, come quella di tutti gli uomini, ma bella.
Non dubitate mai della fedeltà del Signore, che lascerà sempre risuonare dentro di voi, di epoca in epoca, questa dolce, inebriante e sempre nuova consapevolezza: “Vi ho chiamato amici!”.
L’amicizia con Cristo è parte costitutiva di voi stessi. È il Signore che ha suscitato su di voi un fascino indefinibile, ma irresistibile. Voi lo avete percepito e ne siete stati conquistati. Egli, più di chiunque altro, vi accoglierà sempre, nonostante le vostre fragilità e debolezze. Vivendo questa amicizia profonda con Cristo troverete la vera libertà e la gioia del vostro cuore.
Parlerete nel suo nome; fra le vostre fragili mani lo Spirito Santo trasformerà il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue del Signore, perdonerete i peccati degli uomini. Nel suo nome, accompagnerete nel cammino di fede tutte le categorie del popolo di Dio, nelle diverse età della vita, guiderete i malati all’incontro definitivo con Dio, asciugherete molte lacrime, sarete a servizio della comunione interpersonale, condizione indispensabile per la vita della Chiesa.
Non siete chiamati a compiere opere straordinarie, tanto meno a primeggiare: solo consideratevi come peccatori – perdonati e inviati. Il vostro cuore non trascuri mai la relazione con lui, perché il vostro impegno non si inaridisca. Sarebbe triste un ministero fondato sulla abitudinarietà, senza sapore e senza colore!
Essendo profondamente amici di Cristo, avendo a lungo sperimentato la sua amicizia, continuamente rinnovata, vivete una sincera amicizia anche con tutte le persone che il Signore vi farà incontrare. Ad esse donerete tempo, ascolto, aiuto fraterno e consolazione. Siate vicini a coloro che soffrono, capaci di aprire lo sguardo al futuro e restituire speranza. Siate persone libere, che non attraggono a sé, ma conducono a Cristo, capaci di parlargli, giunti a sera, di tutti quei volti incontrati durante il giorno.
Il popolo di Dio ha bisogno di persone riconciliate che sappiano riconciliare, piene di speranza, che sappiano infondere speranza. “Attende dei maestri di spirito, capaci di indicare i pozzi di acqua dolce in mezzo al deserto”, come ci ricorda papa Francesco.
La lunga schiera dei Santi, a partire da Maria e dai nostri Patroni, i santi Felice e Abbondio, vi proteggano, vi sostengano e vi accompagnino lungo il corso del vostro ministero.+ OSCAR, vescovo