Con la Prima Domenica di Avvento entra in uso il nuovo Messale. In queste settimane il responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano, don Simone Piani, ci accompagna alla scoperta delle novità (al centro anche dell’incontro di formazione del clero del 17 novembre scorso).

Nuovo anno liturgico, nuovo Messale: perché questo cambiamento?
«In occasione dell’Avvento dell’anno 2020, viene pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, nella sua terza edizione, il Messale Romano della Chiesa italiana (MRit), traduzione e adattamento dell’edizione latina del 2002/2008. Si tratta della terza edizione del Messale romano in italiano che arriva dopo decenni di lavoro e di attesa. Il lavoro di revisione e di traduzione è stato lungo e faticoso con l’opera degli esperti poi la Commissione CEI, i singoli Vescovi, l’assemblea CEI, la Congregazione per il Culto Divino… poi tutto è stato di nuovo rivisto e controllato. Alla base c’è il Messale riformato a seguito delle istanze dal Concilio Vaticano II. Questo è il Messale che i nostri Vescovi ci consegnano e che noi accogliamo e riconosciamo come il libro ufficiale per la celebrazione della Messa; strumento di identità e di comunione della Chiesa italiana e con la Chiesa cattolica di rito romano, non solo per i sacerdoti e i diaconi, ma per tutti i vari ministri e per l’intero popolo di Dio».

Ascoltiamo, dalla voce di don Simone, le novità più rilevanti.