Nel Vangelo dell’odierna solennità dell’Immacolata Concezione (Lc 1,26-38) è risuonato l’eccomi di Maria, modello di chi sceglie di offrire la propria vita a Dio con una speciale consacrazione, come Mauro Confortola (33 anni, di Livigno), Gabriele Mandaglio (29 anni, di Bulgorello) e Andrea Pelozzi (26 anni, di Azio). I tre giovani sono stati ordinati diaconi per la preghiera consacratoria e l’imposizione delle mani del vescovo, monsignor Oscar Cantoni, durante la Messa solenne pontificiale celebrata nel pomeriggio in cattdrale.
All’inizio della celebrazione, don Alessandro Alberti, da tre mesi rettore del Seminario vescovile, ha rimarcato la «benedetta coincidenza» di «ricevere il dono del diaconato nella solennità dell’Immacolta», un’occasione di cui «fare tesoro: guardare a Maria e ascoltare le sue parole nel Vangelo di oggi, “Eccomi, sono la serva del Signore”, è garanzia certa di fiducia per Mauro, Gabriele e Andre, che oggi con il loro “eccomi” consegnano liberamente la loro vita in maniera totale e definitiva, attraverso la Chiesa, nelle mani di Dio, per vivere come Cristo nel servizio dei fratelli».
Don Alessandro ha indicato Maria come «modello e immagine» della vocazione diaconale. «Dio sceglie questi nostri fratelli non per essere perfetti e impeccabili, ma per essere in Gesù santi e immacolati nell’amore», ha aggiunto, ricordando che «la stola che ricevono oggi è la stessa del giorno dell’ordinazione sacerdotale: si tratterà solo di riposizionarla, di rimetterla pienamente e con generosità sulle spalle». Quindi, ricordando un pensiero caro al Servo di Dio don Tonino Bello, ha esortato ad amare la stoale e a non dimenticare mai «il parallelismo con il grembiule della lavanda dei piedi. “La Chiesa del grembiule” non sia solo uno slogan o una pia immagine, ma ci ricordi ancora quella lampante equazione evangelica per cui la pulizia della stola solenne delle celebrazioni liturgiche è direttamente proporzionale a quanto sporchiamo il grembiule del servizio con i gesti quotidiani di accoglienza, di fraternità e di misericordia».
Nelle parole del rettore del Seminario anche un riferimento ai tanti esempi, nella nostra Chiesa diocesana, «di diaconia e di dono totale della vita sono stati numerosi nella storia passata e anche recente. Il costosissimo sacrificio doloroso e, allo stesso tempo, luminoso di don Roberto Malgesini, diacono e prete del nostro presbiterio, ci è di grande consolazione – ha affermato -. Pensando anche a lui, affidiamo a Maria Santissima questi nostri nuovi diaconi».
Anche il vescovo Oscar, nella sua omelia, ha sottolineato il parallelismo tra la disponibilità al servizio della Vergine Maria e quella dei giovani ordinati diaconi. Di seguito riportiamo integralmente le parole pronunciate da monsignor Cantoni.
Cari amici che state per essere ordinati Diaconi,
siete attorniati da un numero ristretto di persone a voi più prossime: i vostri genitori e i parenti, i parroci con alcuni rappresentanti delle vostre Comunità di origine e di pastorale, i vostri educatori di Seminario.
Siamo però collegati, mediante televisione e il canale streaming, con numerosi altri amici, membri del popolo di Dio, con tante persone che seguono gli eventi di grazia della nostra Chiesa di Como, che pregano con noi e in modo speciale per voi, che state per compiere una svolta particolarmente significativa della vostra vita, in piena consapevolezza e totale libertà.
Voi lo sapete: il diaconato non è la conquista di un titolo a lungo desiderato per i vostri meriti, ma l’umile e grata accoglienza di un dono di Dio, mediato dalla Chiesa, che dopo un sereno, ma severo discernimento, vi trasmette lo Spirito Santo.
È Lui che scruta i cuori, vede le vostre disposizioni d’ animo e vi dona la forza per rispondere con gioia alla gratuita chiamata del Signore che vi ha chiamato a seguirlo. Egli farà di voi degli strumenti indispensabili con cui incontrare e trasmettere a tutto il popolo di Dio i suoi doni.
In questa festività dell’Immacolata, abbiamo appena ascoltato questo passo del vangelo di Luca: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”.
La promessa dell’angelo Gabriele a Maria di Nazareth, in vista della futura nascita di Gesù dal suo seno verginale, è la sola certezza con cui la rassicura perché Ella possa accogliere l’invito a collaborare con Dio al suo progetto a favore della umanità.
Maria crede totalmente in Dio e si affida alla sua fedeltà. Egli la renderà feconda, così da permettere al Figlio che nascerà da Lei, di divenire carne, ossia come uno di noi.
Maria non sa cosa precisamente le accadrà, quali rivoluzioni esistenziali la attendono, nemmeno considera quali sofferenze dovrà pure accettare, solamente continua a fidarsi di Dio e si mette a sua disposizione con il suo “eccomi”! Continuerà così per tutta la vita il suo cammino di fede, cioè di obbedienza a Dio che guida la sua storia. Così diventa per noi un modello, mentre ci accompagna nel nostro cammino di fede.
Cari amici, con il vostro “eccomi!”, lo Spirito Santo scenderà anche su di voi, facendovi partecipi di una parte del sacramento dell’Ordine.
Come Maria, vi è chiesto di entrare nel progetto di Dio in piena fiducia e in totale disponibilità al cammino di fede della Chiesa del nostro tempo, condividendo le gioie e le fatiche che oggi attraversiamo.
Se aderirete in docilità e piena collaborazione con i pastori, Egli compirà in voi la sua opera e sarete uno strumento prezioso a servizio dei fratelli e sorelle a cui sarete inviati, che vi aspettano come una prova della vicinanza di Dio nei loro confronti.Con l’ordinazione diaconale vi viene donato lo Spirito Santo quale Spirito di illuminazione. Considererete quindi la realtà complessa del nostro tempo, le condizioni difficili che le persone oggi vivono, l’impegno a volte faticoso della Chiesa stessa, non più con i soli parametri umani, ossia con criteri e con giudizi del tutto personali, ma con lo stesso sguardo con cui Dio ama gli uomini, con le loro aspirazioni e i loro desideri, con le loro imperfezioni e con i loro limiti, ma anche con il desiderio sincero di contribuire a rendere più bello e più abitabile il mondo, più giusto e più fraterno.
Sarete per ciascuno una benedizione di Dio: è il più grande servizio che potete regalare alle persone che incontrerete e che esse stesse si aspettano.
In un tempo così drammatico come il nostro, dove abbondano fatiche, solitudine, lutti e la pandemia che non si riesce a bloccare, richiamate la presenza misericordiosa del Dio fedele, che accompagna l’uomo nelle prove e nelle circostanze più avverse della vita.
Con il dono dello Spirito, imparerete a considerare la Chiesa come la santa Sposa del Signore, fino ad amarla profondamente, come amate vostra madre, al di là dei suoi aspetti umani, a volte ancora fragili e deboli, come siamo tutti noi che ne facciamo parte.
Continuerete per fede ad amare la Chiesa attraverso un servizio umile e disinteressato soprattutto nei confronti di tutte le membra di Cristo, i fratelli e le sorelle che Dio vi dona. Ascoltate cosa ci insegna Sant’Agostino: “Nessuno può amare Dio padre se non ama il Figlio. E chi ama il Figlio, ama anche i figli di Dio. E chi sono i figli di Dio? Le membra del Figlio di Dio. E nell’amarli anche lui diventa membro. E per mezzo dell’amore entra a far parte della compagine del corpo di Cristo. E sarà un solo Cristo che ama se stesso. Non può pertanto essere diviso l’amore. Scegliti che cosa amare. Il resto ne viene di conseguenza. Se infatti ami il Capo ami anche le membra. Se poi non ami le membra, non ami neppure il Capo”.
Siate felici e onorati per il servizio che il Signore da oggi vi chiede; siate degni di questo dono, che riempie di santità la vostra vita e la rende veramente feconda.