Da venerdì scorso sono 27 le persone afghane – fuggite dal loro Paese, “chiuso” al mondo dall’occupazione talebana dopo il ritiro delle truppe americane – che sono state accolte nel Comasco. Di queste, un intero nucleo famigliare (1 uomo, 4 donne tra cui una 60enne e una incinta e 5 minori) è stato ospitato in un appartamento della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio onlus da tempo affidato all’associazione Eskenosen, in via Prudenziana a Como, con il supporto della Cooperativa Symploké e la supervisione della stessa Caritas diocesana (gli altri profughi giunti sul nostro territorio, invece, sono in carico alla Cooperativa Intesa sociale).
«Venerdì sera io e alcuni operatori siamo andati a Bresso, in provincia di Milano, dove è stato allestito dalla Croce Rossa Italiana un centro di accoglienza e di smistamento regionale per queste persone – racconta Alessio Cazzaniga, direttore della Cooperativa Symploké – Abbiamo quindi accompagnato nella notte a Como questo nucleo famigliare a noi assegnato. In quelle ore concitate erano stanchi, spaesati e in grande difficoltà psicologica. Ci vorranno giorni perché possano ambientarsi e capire come sarà la loro permanenza in Italia. Non parlano la nostra lingua e per questo è fondamentale l’aiuto di un mediatore culturale che ci sta dando una mano preziosa».
Nei prossimi giorni si capirà come gestire quotidianamente l’accoglienza…
«La sfida è su tanti fronti – sostiene Alessio Cazzaniga – non ultima quella di aiutare una persona che è portatore di disabilità. Symploké è impegnata soprattutto nella gestione delle procedure legali, nel supporto organizzativo (spesa, vestiti, piccole necessità) e la sinergia con Eskenosen e con Caritas per tutti gli altri aspetti di accoglienza è totale. Fortunatamente, grazie al lavoro di ospitalità dato ai profughi in passato, siamo preparati ad affrontare ogni difficoltà».
«E anche ad accogliere nuove persone se sarà necessario – gli fa eco il direttore della Caritas diocesana di Como, Roberto Bernasconi – sperando di coinvolgere altre realtà sul territorio. Come spesso è avvenuto anche in altre occasioni, già ci sono segnali positivi di collaborazione e persone disponibili a dare il loro tempo e una mano concreta nell’accoglienza quotidiana di questi uomini, donne e bambini che hanno perso tutto e si sono completamente affidati alla nostra solidarietà».
Avviso dalla Caritas: in molti ci hanno contattato in questi giorni chiedendo come poter dare una mano ai profughi afghani in arrivo tramite raccolte di indumenti e altro materiale. Al momento, dato il limitato numero di presenze, non vi sono particolari esigenze per cui non è stata attivata alcuna campagna. Eventuali necessità verranno comunicate su questa pagina.
Maggiori dettagli sul Settimanale in uscita giovedì 9 settembre
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