C’è chi esulta e chi avrebbe preferito non vederla mai, chi spera e chi si preoccupa. Molte le incognite sulla cosiddetta Variante della Tremezzina, o meglio sulla chiusura totale della Statale Regina a Colonno per almeno quattro mesi per permettere l’avvio del cantiere a uno degli imbocchi di galleria. Frenetica in questi giorni l’attività dei sindaci per tentare di contenere i disagi. Il Settimanale ne ha parlato con sindaco di Tremezzina, Mauro Guerra.
Sindaco, cos’avete “portato a casa” in queste decine di riunioni?
«Le… decine di riunioni vanno avanti, per ora abbiamo un primo Piano di potenziamento dei servizi di trasporto alternativi, c’è già un orario per aliscafi, battelli e traghetti (questi ad es. funzioneranno dalle 5.30 alle 00.30), ci sarà una navetta tra Sala e Argegno. Proprio pochi giorni fa sono stati approvati dallo Stato 2,5 milioni di euro in arrivo, si sta studiando in che modo diventeranno “abbattimenti” per i maggior costi in carico ai cittadini, insomma occorre definire la platea di chi potrà beneficiarne. Si sta lavorando per identificare altre linee d’intervento, soprattutto riguardo ai parcheggi nei punti di interscambio dei mezzi pubblici: abbiamo aperto ad esempio una verifica a Tavernola, c’è il contatto con varie società di noleggio auto per ottenere un prezzo convenzionato, lo stesso con affittacamere e alberghi per chi dovrà fermarsi sul luogo di lavoro durante la settimana… Insomma, tante, tante misure da mettere in campo.
Si stanno tenendo riunioni per definire nei dettagli il piano della sicurezza: saranno dislocati sul territorio vari mezzi di emergenza, saranno potenziate le forze di vigili del fuoco, polizia, carabinieri e le strutture sanitarie, in particolare l’ospedale di Menaggio, garantendo sempre mezzi veloci come l’elicottero. Ci sono tavoli aperti con i rappresentanti di artigiani e imprese per costruire piani ad hoc per il personale interessato; con le ditte di trasporti privati ecc».
La domanda che in molti si pongono: com’è possibile che sia stata presa una decisione simile sulla testa dei cittadini, senza interpellare le amministrazioni locali?
«Come ricorderà, nel progetto approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel 2019 la chiusura totale non c’era. Poi l’ANAS ha costituito una commissione aggiudicatrice, senza politici perché quelli si corrompono – ironizza – dunque di tecnici: che evidentemente non conoscevano bene il territorio con le sue caratteristiche e problematiche, e hanno gravemente sottovalutato l’impatto di questa scelta, presa in cambio di un risparmio economico e di tempo, circa due anni sui tempi ipotizzati. Forse qualcuno avrà loro mostrato su una cartina il ‘tracciolino’ della Valle Intelvi e l’avranno giudicato sufficiente. Ad oggi, fare un passo indietro (e una soluzione alternativa l’abbiamo cercata) avrebbe comportato grosse problematiche sia tecniche sia economico-giuridiche».
Perché si è avuta l’impressione che, all’annuncio del cambio di piani con chiusura totale, i sindaci non abbiano reagito finché non ha reagito la popolazione?
«La reazione intima c’è stata… ma non sono solito rilasciare dichiarazioni su una questione prima di metterci mano».
Quali sono le sue principali preoccupazioni e quali quelle dei cittadini?
«Credo proprio che le mie e quelle della popolazione coincidano: la cosa primaria è che funzionino i servizi alternativi».
Avete una ragionevole certezza che vengano rispettati i tempi?
«La società di progettazione è svizzera… Ci aspettiamo che facciano gli svizzeri anche sulla puntualità – risponde Guerra con un mezzo sorriso -. Hanno proposto loro stessi un raddoppio delle penali in caso di ritardi, e questo fa ben sperare. Io sono fiducioso, ma se i tempi sforassero i quattro mesi richiesti, si chiude comunque il cantiere. Punto».
Nella zona interessata dal primo cantiere tra Argegno e Colonno si vedono spesso volpi, cervi…
«Ci sono tonnellate, migliaia di pagine di studi sull’impatto dei lavori, anche sulla fauna selvatica, compresa… la colonia di pipistrelli del Bugiòn».
Ha qualche raccomandazione particolare per i cittadini?
«Raccomando di tenere un rapporto costante con le istituzioni, segnalando eventuali difficoltà. Cercheremo man mano di capire i problemi, perché per ora abbiamo solo stime; dipenderà anche da quanti cittadini per andare in direzione Como decideranno di passare dalla Svizzera, quanti dalla Valle Intelvi, quanti da Bellagio col traghetto, quanti per andare a Milano traghetteranno a Varenna per passare da Lecco… Il nostro impegno è di ‘ristorare’ costi e oneri non solo per i trasporti ma per gli affitti di chi dovrà restare sul luogo di lavoro, eccetera. Un pensiero per concludere: le generazioni del passato hanno sempre messo in conto sacrifici per il beneficio delle generazioni future; lo stesso dobbiamo fare noi, accettare questo sacrificio per i benefici che verranno ai nostri figli: e qui cambierà la qualità della vita».